Teatro - Ernesto Murolo/Signorine

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A Vincenzino Scarpetta




SIGNORINE.

Scene e tipi della mezza borghesia napoletana, in un atto.



[p. 74 càgna]

PERSONAGGI.


Donn’Amalia Benvenuto. Amalia De Crescenzo.
Ida sue figlie Maria Dolini
Immacolatina Annida Cozzolino.
Sisina. Maria Petrella.
Rosaria. Teresina Cappelli.
Alberto Spina. Vincenzo Scarpetta.
Attilio Pisapia. Giuseppe Rivoli.
Il compare cav. Battista. Gennaro Della Rossa.
Ciociò, suo nipote, un ragazzo idiota. Titina De Filippo.
Alfredo Fiorillo. Luigi Langella.
Carmela. Maria Perrella.


Il canto interno dei vendemmiatori.

La musica della nenia campestre è del Maestro Vincenzo Valente. La poesia: ’A vennegna è di Giov. Capurro.

A PUGLIANO. PRESSO NAPOLI VERSO IL 189...

Queste scene furono rappresentate la prima volta in Napoli al Teatro Sannazaro la sera del 27 maggio 1906. [p. 75 càgna]

Donn Amalia Benvenuto — vedova dell’ integerrimo don Gaspare è del tipo di Matilde Siano, in * Addio mia Mia Napoli I1 Ha tirate su te due figliuole con Y ardente e vana speranza di maritarle. Ed all" uopo, apre da tempo il salotto 8 damascato 9 a quelle 9 periodiche 9 caratteristiche della mena borghesia napoletana. Spesso il chiudere un occhio su fidanzamenti officiosi di sua figlia Ida. la meno uggia, le cotta un po* di amarezza visto che il furbo giovinotto, assaporato qualche tenerezza, generoso anticipo della 9 »ignorina B sulle giuratissime e justae nuptiae, it squaglia.

Donn* Amalia — non ai rimprovera mai di non aver saputo cor* reggere l'indole della sua figliuola: proclama, invece, che: 9 Oggigiorno, gli uomini, una signorina per bene vanno asciando solo la dota !9 Volendo lignificare — nella sua caratteriatica e speciale forma di linguaggio — (frase, questa, ad esempio, con due soggetti e con una voce di verbo 9 asciando9. cercando, italianizzazione del dialettale 9ascianno9) — che oggidì ||i maini, anche se s*imbattono in una signorina a modot non chiedono die la dote.

Le Mie due figliuole: Ida — la borghesuccia leggiera, affettuosa, disposta alle tenerezze, alle intimità; eternamente alla ricerca di un fidanzato, al quale, nella speranza di farne un marito, concede tempre troppo.

Immacolatina — è, viceversa, astuta, intelligente, calcolatrice, massaia, la quale non sogna meno un fidanzato, ma ha cura di sceglierlo non fra i soliti farfalloni; e, adescatolo, di non concedergli che la punta delle dita,

Sisina — è un’amica di casa, borghesuccia isterica, vittima d’immaginarie illusioni, sempre pronta a crearsene altre. [p. 76 càgna]Hoàoria - È um cooudnxXt* di Pi^Kaao. procaca. «empiite odoroaa di nadcoaM, «ali fiaiam. «essa «tarami.

Aitato Spina — È il brillante del» % poriodkko • « V Miro intorao

• caì (vano le coaalaflaitoai Simpatico fioviaotto, occhio vivo, b*l. (etti piccoli, aorriao eferao. Vmte eoa ni corta rlrpaia. ed ha U paiola facile, daO* accento non tfrettaawote ilaliaao, ma pulito.

Attilio Pitapia — L N ottftoe Mimato. Bm iiUbIiiom, calmo, •erto, mi cw ha mw. hrUamte, I* occhio lmmafnlalioa,

Il compar* tot. Battiti* — E aa bai tipo di vecchialto tinto « rifiato, ex ilodriaaityn, aliavo drJL * toga* «Mao Jt Mamtetlli*— dice lai.

Alfredo Fiorillo — iatfàapala mm aaganiai1 Mal* V Luafo. allampanato. È mo amore di * W/okfl *. Varta na light aliato, ha il col* letto altMMDo. i bafetti «TmI, nm ifiiaiuf ad —pii dell» teaia.

Godo — è il piccolo Mpolt del Cif. Battila. Ua ragazzone meuo vizialo éJe debole» dei aaoa, • amo idiota.

Cmnmia — la fifi fiurrara di caaa Bwiv—uto [p. 77 càgna]

ATTO UNICO.

L* Afctt* di campagna di Dona" Amalia Benvenuto. Stanta arre* data con semplicità. Un divano di stoffa rossa a tinnirà. Sempre a «mitra in fondo, un vano, che è la piccola Anticamera della casetta, rd io coi è un attaccapanni a specchio. A destra un pianoforte di foggia antica in legno giallo, altra porta a destra. Nel fondo, a deitiA. un alito vano che mette fuori ad una terrazza di cui il parapetto è ricoperto di piante diverse*

Nel mezzo, vn fondo, una ci edenta con marmo, sulla quale è una glossa gabbia con un canerino. Atta parete centrale in alto, il ritratto ad obo di un vecchio, dal pizzo bianco. Un tavolo in mezzo su cut è disteso on tappetino (ormalo da piccole figure variopinte di scatole di cerini Dede tazze capovolte nei tondini son disposte intorno ad una lampada col paralume colorato. La parte visibile della campagna è ridente <f alberi e di vigne; s# intravede, a tratti, qualche figura di contadina che vendemmia al sole cadente.

SCENA I/

Amalia, Suina, il coro, poi Carmela.

AITtltat dein tela Doni* 'Amalia è preao la credenza intenta a soffiare a un vaaaoio ripieno di calè tortato di fresco: Sfattià è in piedi presso 3 vano A4 terrazza in una poaa d'abbandono e di languore. Di lontana, nel vespro, giunge come un'eco il coro delle vendemmiatoci...

IL CORO

Viene, vie • arape ’o mantesino, oi ne*: na pigna d* uva a nome e nu vasillo a tte... [p. 78 càgna]SISINA ripelr, come tccom pugnando il coro.

Na pigna d’ uva a mme C nu vasillo a ttc... (Ha un lungo MMpiro).

AMALIA toffiando »ul caffè.

Quelle sono più (elici di noi I Non vi pare, Sisi ?

S1SINA poetica.

Un visino... una falcetto... il vespero... i grappoli d'oro a penduli...

AMALIA Non ho capilo, signori I

SISINA crolla il capo e non risponde.

AMALIA esaminando il caffè.

Giesù, e chesta me l'ha abbrusciato tutto quanto stu ccafe (ChUtBMido) Cannela...

SISINA viene dal (ondo, «iede al tavolo, tira fuori dal corpetto un quaderno e dice.

Piglio nu poco la penna, signò... permesso ?

AMALIA

Fate, fate come se fosse casa vostra.

(Dalla dertra viene Carmela).

AMALIA a Carmela.

Fifllia mia, e questo è carbonizzato, guarda qua. Pure so denari che si spendono... A 3 e 60 il chilo !... Quello si deve fare a fuoco lento... cu’ ’o ppoco ’e pazienza... piano piano...

CARMELA

Vuie che vulite a me? Io so* stata tre ore nfaccia 'abbrustulaturo. [p. 79 càgna]AMAUA

E bravo, aie ragione nemora tu!... Tieni* c**talo rimiro c mettiti un grembiale pulito che adesso tiene gente.

AMALIA * .W»o.

Scrivete 'a i2ia >

SISINA

No, signora: è il mio diano.

AMALIA

Ah... E. che cosa è, signuri ?

SISINA

Sono le mie impressioni che scrivo coti giorno per giorno...

AMALIA LotZMr a riapro* ero.

E nun ve muoiale 'a capa, bella mia voi dovete »ta tranquilla qua. N' altro mete di quest* aria di Pugliano sà come vi late I Avete veduto che panorama tenete al terzo piano ? Voi dovete fa contenta a mammà; quella v’ìia cresciuta senza padre... Sta dentro a un Ietto... Speriamo che 1* aria come fa bene a lei lo faccia pur anche a voi. Allegrai Voi dovete stare allegra.

SISINA ha un goto vago.

Ehi... (Legge; Ore sei. * Mi giunge il coro di quelle che fanno la vendemmia al sole. Tramonta il sole... (Si commuove) come le mie speranze I... (Piange).

AMALIA

’O vvedite ? E che n* avit* ’a fa’, figlia bella 1 State ve di buon* animo. Fortunatamente come se dice, alla napoletana ? gli uomini vanno a due soldi il mondone [p. 80 càgna]SISINA asciugando una Ugriaucci*

Adesso ci debbo scrivere i versi della canzone:

1 Na pigna d’ uva a mme e nu vasillo a tte... *

Ma non so’ scrivere il dialetto...

AMALIA

E lassate sta. Mo’ viene Spina, Pisapia l’orefice, Alfredo Fiorillo. Quelle v* ’o ssanno a ddi’, Fiorillo ultimamente fece pure na bella canzone per Piedigrotta.

SISINA iluodoti.

Allora, adesso me vado nu poco a pettina. Debbo fa toletta ? (Con tono eugntio di preghiera) Risparmiatemi. Signò ve ne prego.

AMALIA

Ma che toletta ! Tutte persone che conoscete. 1 soliti che vengono a Napoli il sabato a sera. Capita la nascita mia in villegffiatura, e se ne vengono a prendere il caffè dentro a massaria...

SISINA premurosa, lo ve li ho dati stamattina gli augurii.

AMALIA

Grazie. Altrettanto dico pur* anche a voi.

SISINA avviandosi.

Eh !... E finita per me.

AMALIA dandole un colpe trino sulla spalla.

Chiodo scaccia chiodo... Mo vedete che tutti i giovinetti vi faranno la corte. [p. 81 càgna]SISINA in (retta.

No, signora, giuratemi che non c’è nessuno, che non vengono estranei, giuratelo, lo vengo come sto per la casa, se no non scendo, ecco.

AMALIA T accompagna all’ uscio.

E nonzignore... E non viene nessuno. E ho sbagliato. E non c’ è nessuno. Voi come siete meticolosa...

(Segue Sisina per la piccola anticamera).

SCENA 2.a

Ida, lmmacolatina, poi Amalia.

IMMACOLATINA viene della destra con un lavoro ad uncinetto fra le mani. Con aria di dispetto va presso

il divano, siede, una gamba sull* altra e dice.

Schiatta, mò... Non te la voglio fare più.

«

IDA la segue subito. E più grande della sorella. Ha i capelli sulle spalle e col pettine in una mano, s'accinge a pettinarli. Anch* ella, con dispetto, inveisce.

CumnT io, po’, non me la sapessi fare io sola! Tu con questo carattére che tieni nun saccio comm’ hai trovato un cane che ti odora.

AMALIA rientrando.

Ch’ è succieso ?

IMMACOLATINA ad Ida.

Io, pe minò, 1* ho trovato e m’ *o saccio guarda.

AMALIA

Mo se n’ è andato Sisina. Sta ancora mmiez’ ’e grade si ve vò sentì.

a [p. 82 càgna]IDA

E » MB tengo o scaitieDo : ne volesse manti », bai capilo)

AMALIA

Ma eh’ è socceaso? Mi xabnie due jene.

IMMACOLATE** rao.

Se marita! Sla dote folte che bene!

IDA

E allora a tiene tu.

IMMACOLA UNA

1' nun me metto con i scarfasedie: questa è vu gru<ii qualità.

IDA

Ma è quistione di sentimento e di cuore, però. Tv sei calcolatore e cinica.

IMMACOLA TINA

Perchè non laccio come le altre che sì frusciano pet senza niente e poi fanno e graziose e sì indemaa Sisina Persico informi 1

IDA ad

Com’ è cattiva, mammà... «Ad E tu ti vuoi

mettere con Sisina Persico ? Istruita, letterata e c note d’aro. Tutto sentimento e poesia.

IMMACOLA TINA

E per questo fece la smorfiosa.

IDA

Uh guardate, mammà. Quella non sò che si bevette

un di dì tu

eoo. [p. 83 càgna]IMMACOLATINA

Sì! Acqua e zucchero! Scarpitte sta rìdendo ancora! Poi per chi, neh? Per un beduino, nu zingaro. Vedete se era nu matrimonio possibile... L* ideale !... Gnorsì. Il zingaro passò con la carovana; fece quatto gioche a Mergellina, stagnai nu pezzo di ramina e se n’ andò.

IDA

E tu spòsete all’orefice Pisapia: diciotto e trent'anne, ’o doppio ’e 11’ età. Grasso antipatico... e se ti sposa !

IMMACOLATINA

E se non mi sposa, non mi avrà toccato nemmeno la mano. (La guarda con intenzione).

IDA

Ih che pepe che hai cacciato ! (Additando il ritratto del fondo) Dovrebbe aprire gli occhi papà; sa che te direbbe !...

IMMACOLATINA

E nu fatto. Dovrebbe aprì veramente gli occhi lui: Sa che ti farebbe !

AMALIA

Ve faciarria na faccia chiena ’e pacchere a tutt* e ddoie ! Ecco: alla napoletana v”o adico. Voglio vede se la finite <A Ida) Vattenne dinte tu, andiamo ! (Pausa).

IDA fra le lagrime.

lo debbo essere sempre la martire, in questa casa. M’ aggia ntussecà tutte le feste ricordevoli.

AMALIA

Pozzo almeno sapè che canchero è stato? [p. 84 càgna]IMMACOLATINA

Niente, mammà, (A Ida) sposalo, sposati Ilo, fa il tuo comodo. (Ad Amalia) Parlavo male d*Alberto Spina... Ecco sta piangendo, guardate.

IDA piangendo.

No... io... se piango... piango... perche... (È commossa).

IMMACOLATINA Pecche ’o papa nun è rre.

AMALIA ad Immacolatina.

Tu sei la più piccola e non ti devi intrigare di queste cose. Alberto Spina non sarebbe affatto un partito cattivo. (Riscaldandoti) La colpa è mia che ho permesso quacche ghiacovella, in questa casa , per lo

passato. (Un silenzio imbarazzante per tutti).

IDA

Con quell’ altro, c ingannàimo tutti quanti. Lettere ’ncopp* a Mettere... alla musica nella villa... la sera al caffè Diodato... Poi venne in casa... e...

AMALIA

E... adesso stiamo il padre, il figliuolo e lo Spirito Santo: te menaste nu poco ’e capa...

IMMACOLATINA fra i denti.

E 11’ amico spari.

IDA un pò fra le lagrime.

Ma forse so* io che nn’ ’e mando ?

IMMACOLATINA

Ehi Chi sai Giusto comme fai tu si trattano i cor' teggiatori... [p. 85 càgna]IDA

Ma che faccio io ?

AMALIA a Ida.

V’ ho detto finitela. Vattenne dinto tu.

IDA

No, nu mumento. Io debbo sentire che faccio io. Dì, adesso sta pure mammà presente.

IMMACOLATINA

Sì, mammà presente... E poi... Io non parlo mai per cose di male, sa... Dico che l'anno passato non m’ingannai come voi, e dissi subito: R Vih, ca questo si vuole divertire, vih, ca questo si vuole divertire... 1 Cumm’adesso vò fa’ Spina, eh’ è un altro di quelli che proprio questo vanno facendo. Tu incominciasti a ddi’:

" che al giorno d’oggi se una signorina è sprùceta l’uomo si secca... n Mammà ca pur essa...

AMALIA investendola.

Mammà pur* essa che ? Certamente i’ che vularria ? Che ve situate. Ma oggigiorno gli uomini, una signorina per bene vanno asciando solo la dota...

IMMACOLATINA

Ma chi ve dice niente ! Però nei metteste una granda fiducia a quel giovane. (A Ida) E tu mi capisci.

IDA nuovamente in lagrime.

Comm’è cattiva mammà. Sò io a che vuole alludere: parla di quella volta che mi ci mandasti sola fino alla Vigna sopra Pugliano !

AMALIA a Immacolatina dandole un pizzicotto al braccio.

Tu sei stata sempre na vipera, sa. [p. 86 càgna]IDA

...capace di propagare per tutti quanti una cosa innocentissima.

IMMACOLATINA Io ? Mo sei una birbante, mò.

IDA

Sì, sì, sì. E pure ad Alberto , sì, saresti capacissima di dirlo.

IMMACOLATINA c. s.

Io ? (Sentendo tante lagrime gonfiarle gli occhi) Chi del proprio cuor 1' altrui misura ! Questo ti dico, e me ne vado.

AMALIA

E sì, brava, va, va, va dentro, va.

IMMACOLATINA Ma na sorella come me non si trova sopr’ ’o mondo.

IDA

Una volta ! In ilio tempo /... Piccerella... hai capito 1 E mò debbo vedere eh’ è diventata così maligna.

IMMACOLATINA fra le lagrime, avvicinandosi ad Idù.

Ma vedete se io mi debbo sentire chiamare maligna, mammà, lo che la voglio tanto bene. Essa non me pò vede, da un tempo a questa parte. Forse pecche me vede nu poco cuntenta.

IDA anch* ella piagnucolando.

A mine? lo? Guardate, mammà, lo ho sempre goduto della sua felicità. Beh I Giuro su la Madonna di Pompei che qualche volta di questa mi piglio ve* ramente il veleno, come la Persico... [p. 87 càgna]IMMACOLATINA No. me lo prendo io.

IDA

No; me lo prendo io. (Un silenzio).

IMMACOLATINA si avvicina a Ida , le toglie il pettine di mano e con crescente tenerezza le riavvia i capelli. Ida lascia fare. Ad un punto si volta: le due sorelle si guardano e si baciano. Dalla campagna rivengono le voci festose dei vendemmiatori ed il ritornello rivive nel vespero d* oro.

IL CORO

Viene, vie

Arape ’o mantesino, oi nè...

Na pigna d' uva a me e nu vasillo a tte...

AMALIA con apparente calma.

Io, mò, se non fossi la vedova di chi si è chiamato: Gaspare Benvenuto, m' uscirebbero dalla bocca certi chiacconi COSÌ come a bbasso Porto. (Stira nervosamente un piccolo tovagliuolo sulla credenza). Con quell educazione a* vuta dalla buon' anima. Non se ne mettono scorno I Jate, jàf jatev* a mmettere na pezza qualunque addosso, ca adesso viene gente. Sempre così tutte le mie

fistività 1 (Le due fanciulle s'avviano verso destra. Immacolatina accomodando i riccioli sulla nuca di Ida).

SCENA 3.a

Amalia, Rosaria, Carmela, indi Alberto Spina.

CARMELA dal fondo.

Trase, Rusà, trase (Ad Amalia) £ ce stanno pure ’e frutte p’ ’a culazione ’e dimane. [p. 88 càgna]AMAUA

Trase, oi nè, frase.

ROSARIA cotta. E w cMitdMit fonsM h»A aempfice. (dice acb na >f piriti. Ha aa ptnrt ricofaao ir ara fra le Bau.

ROSARIA

Mammella ve manna tanto salutanno, ve manna nulle a uni e... l'Aanmiodo al colo «Tura) e— chesto no l'tummo còveta.

AMAUA

Grazie., figlia mia. (Dà il panine a Carmela Come cantate bello. E u raccolto va bene ?

ROSARIA

Ngraziammo a Dio. signò... Aguanno gele ne sò ca rute poche.

(Squilla il campanelle).

CARMELA

Tuzzuliata napulitana ! (va reno roacio. Amati« in (retta <olkfaado il tavolo).

AMALIA

Rusà, na mana; abbi pazienza. (Le <fae donne tra ipnrfn i tank fuori il terrazzo e ritornano).

CARMELA «fi dentro.

Datene a me, signurì.

ALBERTO di dentro.

Grazie, Canne. ’O poto io.

CARMELA aimunriapclo.

’O «ignorino ’e Spina.

AMAUA

Oh, Donn’ Alberto. [p. 89 càgna]ALBERTO dairanticamera, curvandosi.

Augurii.

AMAUA

Grazie.

ALBERTO

Auguril. (Stringe la mano a Donn’malia) Se le gradite... (Le offre un piccolo bouquet di gardenie).

AMALIA

Tulte gardenie ! Grazie , grazie assai del penziero ! Intanto Immacolatina, ha perduto la scommessa con la sorella. Proprio adesso Idarella diceva che vi teneva dinanzi agli occhi... Immacolatina si ostinava a dire. Quello non viene.

ALBERTO

Oh ! E il dovere ? Vi pare ! Mi fa piacere per la signorina Ida...

AMALIA

Vedete, donn'Albe, niente di male in quello chi vi dico, ma quella creatura come se ve tenesse sempre presente. Sarà un fenomeno pissicologo; sarà perchè voi siete cosi garbato, così allegro...

ALBERTO

Siete voi troppo amabile... (Guardando con interesse Rosario) Vendemmia, è vero ? (Additando Rosaria) Una colona ?

AMALIA

Una colona puglianese. La figlia di Francesca la massariante qui appresso.

ALBERTO

Bella ragazza !

AMALIA

Non I’ avete vista mai ? E già, è il primo anno che [p. 90 càgna]nei onorate al casino. Ci fronnisce i (rutti per tutta I' està. Adesso ha portato dell’ uva mo' propio colta. Non so... come avesse sparso un odore di campagna per tutta la casa.

ROSARIA china, il rapo umile. ALBERTO E brava ! (Fissa ardenlemrnir ^owria).

AMALIA ad Alberto.

Come v’aspettavàmo «Chiama verso de*tra) Piccerè ? Ad yllbcrio) Stanno facendo un poco di... (vuol dire di toletta) Proprio da poco abbiamo mangiato. Permettete che le chiamo ? (A Carmela) Carme, dà na mezza lira a Rosaria. ROSARIA Lassate stà, ’o scellenza.

AMAUA

Ma che I Nonzignore. E pecche ? Salutarne tanto a mammèlla.

ROSARIA

Sarete servita.

AMALIA via verso destra, chiamando Piccerè ?

CARMELA contando i soldi nella mano di Rosaria.

Uno, doie, tre.., (Fuori il terrazzino vibra un campanello e cono» patisce un piccolo paniere appeso ad una cordicella che parte dal piano superiore).

CARMELA a Rosaria.

Uh, aspetta, Rusà, ’a signurina chiamma à coppa.

(Etce sul terrazzo e parla verso il piano superiore) Comme dici'

te, ’onna Sisl: ferrettine ? Ferrettine immisibile ? Gnór* sì, ve pare! Mò m* ’e (faccio dà d’’a signurina. Niente.

(Rientra in ucena e dice a Rosaria) Nu mumento, Rusà (va [p. 91 càgna]a destra riesce poco dopo (uoti il (rirazzo, mette i ferrettini nel ce*to e riviene in iscena. Tutto ciò durante le seguenti battute di Alberto f d» Rosario).

t ALBERTO a Rosario accennando all'uva.

Me ne date nu poco ?

ROSARIA

Serviteve, Signò.

ALBERTO gustando I' uva.

’O signore sta ’n cielo, lo me chiamino Alberto, p’ ‘e belle figliole connine a tte.

ROSARIA china il capo.

ALBERTO rimette la mano nel cesto e tocca con intenzione il braccio tornito di Rosaria.

Bella guagliona I Vulesse addeventà massariante pe’ fatica ’rcieme cu ttico 1

ROSARIA

Simmele col suo simmele.

ALBERTO insinuante.

Embè... E perchè ? Pare eh’ è ’o primmo ca se sposa ’na campagnola... Bella cumme a tte, però... Dimane Domattina, io, per esempio...

ROSARIA rìde forte, scrollando il capo, allontanandosi.

No... No... Ve spusarrisseve a mine ? ! Vuie che state ricenno ? Vuie a chi vulite arrepassà ? No...

(Rìde).

CARMELA

Tirate. (A Rosaria) Tieni, Rusà (Le dà i soldi) E dimane portarne nu poco d’uva nera.

ROSARIA Gnorsì (Ride sempre guardando Alberto). [p. 92 càgna]CARMELA

Nun te scurdà.

ROSARIA

Gnernò (c. §.) Bon vespero. (Ad /liberto) A vuie pure

SigOÒ fS'indugia sulla soglia, mette l'indice sulla fronte, e gli dice)

Scarpe doppie, cervello SUttile (Ride sempre gaiamente e va via pel fondo).

CARMELA ad Alberto.

Bella figliola, è ove signurì ?

ALBERTO galante, carezzandola E tu ’o specchio nun* ’o tiene, tu ?

CARMELA

’O cruvattino è largo, ’onn’ Albe. (E va via a destra).

SCENA 4.*

Immacolatina, Donn’ Amalia, Ida, Alberto.

IMMACOLATINA Buonasera (Gli dì la mano).

ALBERTO

Come state ? IMMACOLATINA Non c è male. E voi, bene, si vede.

IDA

Buonasera. IMMACOLATINA Io ero certissima che venivate. [p. 93 càgna]AMALIA con un occhiataccia.

Era Idarella che teneva il presentimento che donn*Alberto veniva...

IMMACOLATINA corregendosi.

Ah ! Già ! E la comitiva ?

ALBERTO

Stanno venendo. Vengono con l'altro tram: quistione di minuti. Hanno fatto una imbarcata: Alfredo Fiorillo...

IMMACOLATINA

E vi pare 1 Quello, non poteva manca. S* è messo in testa di conzolare Sisina... Ma comme sta di posizione ?

ALBERTO

Qua posizione ? Povero diavolo. E impiegato da Mele, reparto * Passamenteria n.

AMALIA

E voi volete che tutti quanti tenessero i denari vostri...

ALBERTO

E ma quello fa pure versi. Na bella capa gloriosa.

IMMACOLATINA

Miseria, poesia... S’accoppiano buone cu Sisina. Sicché stavate dicendo ?

ALBERTO

E già, hanno fatto una imbarcata: Alfredo, Attilio... (Sottovoce ad Immacolatina) Chisto pure Min puteva manca I... il cavalier Battista vostro compare, e Ciociò. [p. 94 càgna]Il iA

l l|t mamma iiiim, |*urr C'iori/t, « ||j||<, tfujwlo 1

Al .lll-’.H fc )

Hrl mu.i//o d‘ingegno f... l*o»»o offrire

ilrllr i io< i nUttinr 1. *»•>•

IDA c IMMACOLATINA GllilC. t II ( «iMim» ranU)

AMALIA Che cosa sò, scusate t

ALBKRTO

Gianduia... Prego... (Oilrr) E la signorina Sisina non c’ è ? non scende ?

IDA con intenzione.

Perchè, scusate, v’ interessa J ALBERTO

A me ? No. (Si fruga con premura nella saccoccia) Domanda* VO... COSI (Il canarino cinguetta ancora)

IDA accennando all'uccellino.

Mammà, ce ’a dò na cioccolattina ? (Corre alla gabbia)

AMALIA

Nonzignore, che fai. (Ad Alberto) Che ingenuità 1 Che cuore 1 Non faccio perchè m* è figlia... ma beato chi se la prende !...

IDA scherzando col canerino.

Zzerrì... zzerrì... zzerrì...

AMALIA

Donn’ Albe, che andate trovando? Quanto siete buono 1 Confetti ? Forse avete portato pure i confetti ? [p. 95 càgna]ALBERTO

No, signò. Non è questo: non trovo i guanti. Poco prima me 1’ avevo scurdate pure dentro ’o tram e ho dovuto tornare indietro per pigliarmeli. Eccoli qua. Per conto mio: guanti, bastoni, ombrelli, chi n’ ave bisogno ha ddà veni nu mumento appresso a me; i m’è scordo a ’na parte, e chi ’e trova, sparagna.

(Le Ire donne rìdono, contentando gaiamente la battuta).

SCENA 5/

Attilio, Alfredo, Battista, Ciociò e detti; indi Sisina.

BATTISTA di dentro.

Porta aperta ladri in casa.

AMALIA

Favorite, favorite... (Agli altri) Uh ! ’o cumpare.

BATTISTA esce conducendo per mano Ciociò.

Mia bella commara.

AMALIA gli stringe la mano.

IDA e IMMACOLATINA Compare nostro.

BATTISTA inchinandosi.

ATTILIO e ALFREDO che nel frattempo hanno lasciato cappelli e bastoni nell* anticamera vengono avanti.

ATTILIO

Stiamo qua. Augurii.

AMALIA

Grazie. [p. 96 càgna]ATI ILIO ad Immacolatina. IMMACOLATINA gli stringe U mano. ATTILIO a Ida.

Signorina...

Buonasera.

Signorina Ida...

IDA gli stringe la mano.

ALFREDO si rivolge agli astanti e fa loro un inchino muto.

IDA e IMMACOLATINA Donn’ Alfredo 1

SISINA che è stata I' ultima ad uscire ha indossato un pretenzioso abito scollato ed ha il volto sepolto sotto la cipria.

AMALIA scorgendola.

E qua sta puranco la nostra affabila signorina.

SISINA languidamente (a «cena con lutti. BATTISTA

Comma, voi mi dovete scusare se aggio purtato pure a Ciociò, ’o povero ragazzo ha voluto venire forzosissimamente per augurare tante belle cose ?lla comare.

(Rivolgendosi a Ciociò) E vero ?

CIOCIÒ piagnucolando e pestando i piedi a terra.

Nun è overo... Vattenne 1...

BATTISTA

Come, nun è overo 1 Che cosa è ? Ti sei cambiato ? (Agli altri) E* strambo, capite... come tutti i ragazzi d’ingegno (Con tono autorevole) Andiamo, baciate la mano alla cotnara.

CIOCIÒ c. s.

Vattenne 1 [p. 97 càgna]Stgnorrnc

BATTISTA A me ? A zi Battista ?

AMALIA

Nu* sta bene, figlio mio. Embè, tu sei così educato.

CIOCIÒ Jatevenne... Oh 1 (piango

BATTISTA congiunge le mani come per chiedere scuie a Donn Amalia.

ALBERTO pigliando pel ganascino Ciociò.

E come ! tu sei nu giovanotto, oramai... E se fa, chesto ?

CIOCIÒ gli fa una smorfia.

Ohòo !

AMALIA Cumpà, ma quello che fa ?

BATTISTA

Che ha fatto ? Che ha latto ) ’O voglio castiga...

ALBERTO

E nun saccio si m'ha sputato ’n faccia, si m'ha cacciato ’a lingua...

BATTISTA lanciando una lunga occhiata a Cfocto.

Abbiate pazienza donn’Albè, scusate... quello è strambo, avete capito ?

ALBERTO alle signorine.

Chist’ è puorcol... AMALIA Sei nu scostumato 1 Questo non si fa 1 Zi zio te nchiude, int’ ’o * serraglio *. [p. 98 càgna]*

C IOC'IO «palancando la borni c ixatitfrrulo

‘I nun ce vogl’ ì\ ooli !...’int’’o smaglio... ooh !...

haitista

Pss... pss... No, cummà... E così, no. Fate peggio, cosi

(Tira dalla saccoccia una bacchetta di liquorizia e la dà a C/ortò)

Zitto... andiamo... E’ passato. Hanno scherzato. Zuca. (Agli altri) E* strambo... come tutti i ragazzi di talento.

CIOCIÒ ti t calmato e boi botta.

S... vulev* ì*... all'opera...’e pupe... fora ’a Marina...

BATTISTA

Ha latto tant* ammuina pe* veni da la comare !

CIOCIÒ borbotta.

Nun è overo, vattè...

BAPTISTA agli altri.

lo lo faccio vincere un poco, avete capito... Unico nipote... ’A madre, debole, 'o padre debole... E ’o guaglione è venuto 'nu pucurillo... (Ha lo steuo goto che

aggiunge sempre alla parola: strambo).

AMALIA E adesso 'a cummara 'o porta a piglia na presa ’e

rosolio e na pastorella (Gli poggia una mano sulla spalla, lo carezza, e lo conduce verso la camera a destra).

BATTISTA

Poco liquore, cummà. Chisto ’o guaglione è pure sammuchella. (Tutti s* avviano) Qua è na bellezza I E che bella loggia. Un sito incantevole (Esce sul terrazzo). ALBERTO

Una bellissima veduta I (Fa per uscire sul terrazzo e s’incoa* tra con Ida). [p. 99 càgna]IDA

Se non mi sbaglio, diceste che T anno venturo, verrete con la famiglia a villeggiare da queste parti.

ALBERTO la fissa negli occhi.

Io spero, l’anno venturo, venirci... con mia moglie.

IDA chinando il capo.

V' ammogliate ?

ALBERTO

Lo spero... Se mia moglie lo desidera. (Lasciapa»an?Ida. e la tegue fuori il terrazzo).

SCENA 6/

Immacolatina e Attilio.

IMMACOLATINA è rimasta seduta al piano. ATTILIO iè impiedi, la sigaretta fra le labbra.

Permettete che fumo ?

IMMACOLATINA

Fate.

ATTILIO

Ieri, so' passato col carrozzino. Vi si vedesse mai !

IMMACOLATINA

Ngi dovete tenere qualche cosa che vi attira, da queste parti... Se no non lasciassevi il magazzino solo, a Napoli.

ATTILIO curvandosele all'orecchio.

Chi mi attira ci sta. Benzi che voi lo sapete... Gli affari non li trascuro mai. [p. 100 càgna]I (Mi S'gno’inr

IMMA< Ol.A IINA E... c lecito, dovr andaste ?

ATril.lO

Consegnai na toppa di brillanti r perle a nu clienta in villeggiatura... e poi mi fermai qua «otto, con U scusa di accomodare nu tirante al cavallo... guardai,

IMMACOLATINA Ma scusate; a che ora siete passato ?

a itilio

Verso le 5 e mezza.

IMMACOLATINA

Ah !.. E io stavo... Non mi (a vergogna: a dirlo: stavo in cucina... occupata , come si dice? alla cunilaria... Aspettate... Come si dice ?... Alla... cu...linana... lo, poi, ou buono ragù, na genovese so (are, ma parole scelte non le so. Sì, stavo in cucina: stavo spremendo le pomidore dentro al setaccio.

ATTILIO

Bona mugliera che sarrisseve I

IMMACOLATINA Per chi mi piglia... Chi sarà: la morte. (Ridegaiamente

e tocca con le dita, alcuni tasti del piano. Sul terrazzo si ride, si mormora).

ATTILIO smettendo di fumare.

Ma io, forse, ho saputo così infelicemente dimostrarvi la mia intenzione... Voi sapete che ci sta chi potrebbe farvi ed essere benzì lui medesimo felice... Ve l’ho detto, ve l*ho scrìtto... [p. 101 càgna]IMMACOLATINA tcherrando «empfe «ut piano.

Sì, ma lusingarmi io stesso caro Attilio e perche ? Pigliare una passione, e poi ? lo non ho dote; io non so* bella, ma non sono scema e una lastra di specchio non IDI manca. fSi liu e va, ora • Kdeni mi divano).

ALBERTO viene dal (ondo, ma »’ arresta, vedendo i dot.

ATTILIO cercando di prenderle una mano.

Sentite, Mmaculatì...

IMMACOLATINA ritirando la mano. No, Attilio, vi prego... State ve sodo cu' ’e mane.

ATTILIO

Una parola sola, un incoraggiamento. (Si volta e vede Alberto che torride. Con un breve gesto lo prega di allontanarci) £

mo te n* he *a ì’... mo...

ALBERTO con comica naturalezza ritorna sul terrazzo, ma t'imbatte eoo Battista, ch*era per rientrare. Ed allora egli lo costringe ad. un didrofronte. con sobria comicità.

ATTILIO continuando.

...Una speranza... Benzi una speranza... una promessa, ed io vi giuro sul mio onore che subito...

IMMACOLATINA guardandolo con civetteria.

Subito che cosa ?

ATTILIO Parlo cu mamma vosta.

IMMACOLATINA c. ».

Su l’onore di gentiluomo ?

ATTILIO le stende la mano, come a promessi [p. 102 càgna]io;

IMMAt OLÀ I INA r.

fcd io. allora... scioglio un mio voto.

A ITILIO lorpfwo, raggiante.

Avite fatto nu voto ?

IMMACOLA I INA accenna di ti.

A ITILIO

Pe’ mine i

IMMACOLATINA accenna di sì.

ATTILIO tenta di abbracciarla.

’Mmaculatina mia.

IMMACOLATINA «i difende dolcemente. ALBERTO ritorna e tossisce per avvertire che viene gente.

BA ITLSTA viene dalla terrazza.

Neh, ma chesta, ’a cummara, me sta facenno fa’ a Ciociò nuovo nuovo. Pisapl, Pisapi ?

ATTILIO un pò sconvolto.

Chi h> BATTISTA Pisapi, avete visto Ciociò ?...

ATTILIO c. ..

Chi ? Misciò... Chiochiò... No, cavaliè, nessuno...

IMMACOLATINA ridendo.

Starà dentro, cumpanè, chiamamolo... (Volte un tenero «guardo ad Attillo e t’avvia verso destra chiamando) Mammà. (Via).

BATTISTA la segue. [p. 103 càgna]ALBERTO

Aggio tenuto nu muzzunciello 'e cannela niente indigerente ! Ma inzomma, ce tiene veramente nu penziero cu chesta ?

ATTILIO china ripetutamente il capo. ALBERTO

T( nzure ? iSvolge una cioccolattina e la mangiai.

ATTILIO

Albè, mi vuol bene, *a voglio bene. Mo parlo cu' ’a mamma e feiicenotte.

ALBERTO Mamma ? Sei proprio cotto ?

ATTILIO

È ’o tipo che gshievo trevann’i’... Na guagliona ’e casa, attaccata alla famiglia... (Pauia).

ALBERTO

Beh, Atti... io adesso te dico na cosa che forse tu

non ci credi (Svolge e mangia un* altra cioccolattina).

ATTILIO

Beh ?

ALBERTO Forse darò anch’ io lo stesso passo ?

ATTILIO lo guarda, dondola la gamba in atto di diffidenza.

Albè, vattenne 1

ALBERTO

Atti, so’ cuotto, ecco. Adesso ri dico pure chi è: Idareila. M’ha fatto perdere la testa... Fore ’a loggia mo [p. 104 càgna]m’ha ditto: — Albè, soffiateme st* occhio, m* è andato na cosa detro —. M’ aggio visto chella faccella vicino, accussì... Nun 1* aggio dato nu muorzo, pecche ce stevano gente ’nnanze... Ha una... una simpatia! E poi lo stesso nome I Idarella 1 Pare comm' uno tremmasse di emozione : Idarella ! Come e dolce...

(Mette in bocca una cioccolatina).

ATTILIO

Chelle so’ ’e ciucculatine che te staie magnanno...

ALBERTO

Atti, ti parlo seriamente. Tu hai avuto delle confidenze con me ed io le ho per te... (Si batte la fronte) Sta ccà... vedi: sta ccà. Tu mo me saie, mi conosci.

ATTILIO

Si’ state sempe nu farfallone...

ALBERTO

Ma mo è finito. Te Io giuro parola d'onore. Sai come si dice ? Qui fu Napoli. Mi ammoglio !

ATTILIO

Albè, vattenne !

ALBERTO

Beh, aggia muri ? E allora ’e n’ atu paro ’e maneche. Ma ti giuro che... vediamo un poco... settembre, ottobre, novembre... Per la line dell* anno...

ATTILIO

...te si’ nuniso a ffa’ ’ammore cu n’ ati quatto femmene !...

ALBERTO

E ma cu* tte nun ce se pò parlà, bellu mio. [p. 105 càgna]SCENA 7.*

Ciociò, Battista, Amalia, Immacolatina e detti.

CIOCIO uscendo, te mani piene di dolci, li mostra ad Alberto ed Affilio e s' avvia verso il terrazzo.

Guè, ’e bbì, 'a cummara m’ ha date ’e pastarelle e corna a te !

BATTISTA seguendolo.

Piano piano Ciociò, nun correre... vEsce per la terrazza: A malia e Immacolatina lo seguono, susurrando qualche parola mentre guardano Attilio).

AMALIA ad Attilio.

Come siete bravo !... Crescete in bellezza...

ALBERTO ad Attilio.

Secondo te io non so’ tipo 'e piglia na passione ?...

ATTILIO

Nun si’ tu... Si* (atto accussì... E viato a ttel Nun te cagna I

ALBERTO un po' toccato.

Ma io nun capisco... Mi tieni in un concetto...

ATTILIO

Per amor di Dio! Tu si’ nu buono guaglione... Ma si* nato pe* ffa’ II’ eterno attor giovine... He ’a pizzica e he a fui... (Piano, con intenzione) ...E a piccerella e mò...

ALBERTO con interesse.

...Se sta ?

ATTILIO

Bona figlia, ma fa pè ttè; tutta fuoco, tutta passione... Se mena ’e capa... [p. 106 càgna]5*fnof*ne

alblr ro KuiofiDtiMi.

..LI uocchie ’A vucchella? Che diente!

ATTILIO

’O vvì?... tu l’allumine; chella chi sa che faciarri* pe* nun perdere ’o partito...

ALBERTO

N* altra eh’è pure interessantissima è Sisina. Atti... Sisina Persico... E Carmela ’a cammarera ?

ATTILIO torrideado ironico.

E te vuò nzurà ? Tu?... Va Uà, vattenne !... lo, sì...

(Accende un'altra «garetta).

SCENA 8/

Sisina, Alfredo e detti.

SISINA dalla terrazza.

...No... ao... Alfredo lasciatemi stare.

ALFREDO seguendola.

Via signorina, fateci gustare qualche cosa.

SISINA

Non mi va... vedete... Non posso... Voi sapete perche... Voi Sapete tilttO... I Io qui (Mette unt nino sii cuo* re, e tospra) No Alfredo, compatitemi... Voi siete un'anima nobile...

ALFREDO

Lo facevo per voi... (Swpira) So che voi abbiate molto bisogno di distraervi... [p. 107 càgna]alberio sottovoce, pretto

...Distrarvi... Alfrè...

ALFREDO

E. se potrei...

ALBERTO ,.

...Se potessi... Alfrè... *

ALFREDO correggendosi.

...Se potessi... non so, procurarvene con la musica che adoro...

SISINA lo guarda teneramente. Proviamo... (Va al piano con Alfredo1.

IMMACOLATINA mettendo sul leggio del pianoforte il libro della musica.

11 libro delle romanze... Che cosa canti Sisì )

ALFREDO ad immacolatina. ...Perdo... signorina: io suono ad orecchio...

SISINA

Canterò... come posso veh, &Con t’ amo più... di Tosti... (Ad Alfredo) la conoscete ?

ALFREDO seduto al pian?.

...Non t’ amo più?... No! sotto le dite, no!

BATTISTA

...Signorina prego : il Se... di Denza... di Luigi Denza.

SISINA

Va bene... (Ad Jlfiedo) Conoscete?...

ALFREDO

No! [p. 108 càgna]AMALIA

Allora, la Mia bandiera. Si ?

SISINA ad Jllfredo.

Conoscete ?

ALFREDO imbarazzato, confuto.

...No ! sotto mano, no !

ALBERTO alle •ignorine.

Chisto nun sape manco ' A marcia rialc t

ALFREDO

...Ecco : potrei... corrrggrndosi) Potessi accompagnarvi Non me lo dite, ma-., a cadenza...

BATTISTA

Sì bravo ! me lo dite di Tosti. Ciccillo Tosti.

SISINA languidi.

No. Vi canto tutto, ma Ditemi no I IMMACOLATINA E pecche, Sisì ? Ti sta tanto bene...

SISINA

Tempo che fu I...

TUTTI

Vogliamo é\on me lo dite. ALFREDO languido. ...Ve ne prechè io...

SISINA vezzosa.

Proviamo. (Si avvicina ad Jllfftdo e con lui prova sottovoce I* romanza. Gli altri han preso posto nel modo seguente: al divano» * [p. 109 càgna]•tnistra. battista• Amalia ed Ida, Un po' verso destra Alberto, Jìttilio.

/ mmacolatina. Ciociò è in piedi, dietro Battista e scherza eoa una festuca, sul capo dello zio*.

AMALIA a Battista.

Chella a puvurella sta sempe afflitta, pecche tempo addietro se scapricciaie cu nu zingaro.

BATTISTA

Nu zingaro ?

AMALIA Pss... Per amor di Dio !

BATTISTA sottovoce.

...Nu zingaro ?

AMALIA

E già 1 Ma ’o pover' omino nun ’o sapeva nemmeno.

IDA

Ma che bel giovine, è vero, mammà ? Misero l’accampamento a Margellina...

AMALIA

Già... Ma nun voglia Dio e glielo ricordate... povera ragazza...

IDA

Dice ca essa Ile mannaie na lettera...

AMAUA

Sì ma la carovana se nera già partita.

BATTISTA

Pò dice ca cierte ripe restano p* ’a vetrina I... (A CfocA che |K f» a «ofletico) Statte nu poco ciunco 1 [p. 110 càgna]CIOCIÒ gli lira fuori la lingua. SISINA lottiate. Si prepara a cantare.

ALBERTO

Pss... Silenzio !

BATTISTA

Ci siamo... Bravo I

ALFREDO attacca l'introduzione della romanza <A£on melo dìle,

SISINA, le mani incrociate sul grembo, la voce, prima velata, poi tremula, or acchiudendo gli occhi, or sollevandoli al cielo, canta.

" Ditemi che il Signor tutte le cose ha ricoperte d’ un funereo vel.

Ditemi che 1’ Aprii non ha più rose e d* ogni stella è vedovato il Ciel ".

(Durante il canto Carme/a ette e ti mette in accolto. Alberto cerca di prendere nella sua la mano di Ida, che lascia (are).

" Ma che non mi dite, ahi 1 misera, che mai più non lo rivedrò... R

(In questi due versi la voce di Sforna trema, balbetta; gli occhi le battono e finalmente, con ostentati singhiozzi cessa di cantare).

SISINA

...Ve lo avevo detto... (Si abbandona sulla sedia).

ALBERTO accorrendo pel primo.

Signorina, Signorina.

ALFREDO

Si sente male ?...

ALBERTO Bisogna sbottonarla... poveretta...

IDA con intenzione.

...Aspettate, me la sbottono io... Sisì, Sisì. [p. 111 càgna]AMALIA lottovoce.

Va bene ch'era prim'amore, che al cuore non li comanda, ma c troppo, a verità...

ALFREDO

Un boccono d* aria, in questi casi, un boccono d'aria non potete credere come fa bene... (Olre il braccio 15/*

• fina. Poi dice a Donn * Amalia} ...SignÒ, lenite del Cognac ?

AMALIA guardando confata le figliuole.

...No: è finita ieri la bottiglia... Ci abbiamo fatte i... come si dice ?... 1 zantraglioni... C’ è il Marzala.

ALBERTO

È lo stesso... Un bicchiere di Marsala è lo stesso...

AMALIA a Carmela.

Carme, port* ’a bottiglia c* ’o marzala.

CARMELA

PrOOtO. (va verao la dwUa e ritorna).

ALFREDO

È niente, signorina, passerà subito, (vanno sulla soglia della terrazza. Gli altri, meno Alberto ed Attilio, li seguono; Battista e Ciociò tono gli ultimi).

BATTISTA a Crociò che gli tira le falde dell'abito e lo picchia eoo la festuca come per fare il cavalluccio.

Statte fermo 1 Mo t’’a sfonn* ’a memmoria I Vedite ri è muinento 'e pazzia ó cavallo.

ALBERTO ad Jlttiiio.

Mi dispiace, povera figlia. Si vede che ha cuore, quella, mo, è il tipo cne me farebbe perdere 'a capa. [p. 112 càgna]CARMELA

’O mmarzala...

ALBERTO

Ccà, miette ccà, mo CC O ddò io. Prende la bottiglia ^ c« un pizzicotto sulla guancia di Carmela

CARMELA mettendogli con garbo la mano a posto.

Aspettate, piglio 'o bicchiere... (Va in fondo apre la credenza).

ALBERTO

E tu, quann’ i’ me nzoro, a casa mia nun ce accuoste.

CARMELA porge il bicchiere. ALBERTO

Ecco il marsala.

IMMACOLATINA conducendo Sitina per la mano.

E inutile sta meglio...

SISINA

Meglio... E passato... Grazie.

AMALIA

Quella ci vuole molta distrazione per la ragazza, e se no ne prende una malatia. (A Carmela) Carme siente.

CARMELA s* avvicina.

AMALIA le dirà qualche cosa all* orecchio.

ALBERTO

Adesso il cavalier Battista ci regala lui una poesia*

TUTTI meno Sisina ed Alfredo.

Bravo, ecco... bravo. [p. 113 càgna]AMALIA

Eh f Lui le ricama.

BATTISTA Per carità, io non so far niente.

ALBERTO

’A vi’ ’a modestia, ’a vi’?... (Agli stianti) Vecchio filodrammatico...

BATTISTA

Allievo della buon’anima di Marroccelli !...

AMALIA

Compà, quacche poesia de donn’Anseimo Tartaglia.

BATTISTA dandole uno sguardo bieco.

No... Quelle, no. lo conosco roba classica.

AMALIA

Che peccato 1 Me ricordo, I’ anno passato, all’ " Erdorado Luci B quanta resate me faceva fa' chillu figliulo eh’ ’e ddiceva...

ALBERTO sottovoce a Battista.

Ma che c’ entra ’o figliulo cu’ bbuie (Forte) Cavaliè,

una cosa a vostro gusto (Agli altri) Preso (Fa cenno di sedere. Tutti seggono nel modo seguente. Sitino ed Jllftedo presso il piano. Sul divano: Ciociò, Concetta ed Amalia. Su due sedie vicine: Immacolatina ed JtHilio. Immediatamente dopo, su due altre sedie: Ida ed Alberto).

BATTISTA

Signori miei protesto. Io sono, come si dice: un amar teur (Come per «pieghe) dilettante. Ma non mi faccio mai pregare. [p. 114 càgna]IN

ALBERTO

II... * Conte Ugolino. "

SISINA curvando la testa verso Alfredo. Sapeste il * Guanto " di Scillènro >

IMMACOLATINA

  • Quand' io nacqui mi disse una voce ".

AMALIA Cumpà " Lucrezia Bolgia ".

IDA

" Giulietta e Romeo '.

BATTISTA che fa dei cenni come per arrestare le richieste.

Vi farò sentire * La morte di Giuda * Monti, Vincenzo Monti (Anumr una po*a di diipirzzo ed alza i pugni).

ALBERTO

Cavaliè..!

BATTISTA E He vate v* ’a reto. (Si rimette in posa).

  • Gittò l'infame prezzo e disperato

CARMELA torna con un vassoio colmo di pasticcini. AMALIA

Cumpà, perdonate nu mumento, pigliammece primraa na pastarella.

BATTISTA

E pigliammoce ’a pastarella. (Resta interdetto, indispettito).

ALBERTO

Faccio io gli onori di casa (Prende il vassoio e va in giro) Prego, Signorina. (A Sitfna) [p. 115 càgna]SISINA

Grazie.

ALFREDO anche li serve.

ALBERTO *d Ida.

Signorina...

IOA con una tenera occhiata.

Grazie...

AL.BERTO (a servire Amalia, Concella. Immacolatina ed Attilio.

AMALIA

Grazie.

ALBERTO a Ciociò.

Ciociò.

  • CIOCIÒ «cegbe e prende parecchi pezzi

dì dolci che mangia avidamente.

ALBERTO

Ciociò, cuoncio, Ciociò. Eh ! lo I’ aggi' ave pur* i* (Porge il vassoio a Carmela) Scuse, Canne.

CARMELA depone il vassoio sulla credenza. Ora tutti mangiucchiano. Battista, a bocca asciutta, i nel mezzo, in piedi.

AMALIA

Un burro.

ATTILIO

Ottimi veramente.

ALBERTO

So' freschissimi, saporitissimi. E chisto è Caflich. AMAUA Ci ha trattato veramente bene, è vero, cumpà. BATTISTA Na bellezza I Ma i’ nun aggio avuto. [p. 116 càgna]ALBERTO

Nun ve n’ho date ? Nun ve n’ho date ? Possibile >

BATTISTA

No. Ve siete scordate.

ALBERTO

Vi domando scuse... (A Carmela) Carme fa servi ’o cavaliere.

CARMELA

Servitevi.

BATTISTA

Grazie.

AMALIA

Cumpà scusate. S' è distratta.

BATTISTA

Niente. Adesso e finito. Basta. «Si serve e mangia. Tutti parlano fra loro. Carmela rimette il vassoio sulla credenza ed a suo tempo torna).

ALBERTO ad Ida amoroso.

Sono gentilezze che si usano.

IDA ad Alberto.

Ma voi* con Sisina, stasera siete stato troppo...

ALBERTO

TJovera giovine, mi fa pena. Eh 1 Voi non sareste capace di una passione come quella.

IDA teneramente.

E perchè no ? Non v’ è un solo asino alla stalla.

SISINA con uo sospiro, ad Alfredo.

Orfana di padre. Mia madre a letto... 11 mio cuore [p. 117 càgna]malato. Se ne facesse un romanzo della mia vita ! Dimenticherò ? Chi sa ! Fiorillo, sperate ?

ALFREDO

Grazie.

ATTILIO che avrà sempre teneramente parlato con Immacolatina osserva la sua camicetta e le dice con ammirazione.

Molto graziosa.

IMMACOLATINA

Vi piace ?

ATTILIO

Assai.

IMMACOLATINA

Me 1' ho fatta io.

ATTILIO

L’avete ricamata voi ?

IMMACOLATINA

Sì, col crochet, ma un poco la sera, però, perchè di giorno ngi ho moldo da fare per la casa.

AMALIA a Battista.

No, no, voi dovete fa’ soffriggere sempre prima a cipolla, poi il priggiotto... poi ce buttate le pomidore che debbono essere quelle a fiaschette.

ALBERTO

Cavaliè ecco il momento in cui potete deliziarci con la vostra squisita dizione.

BATTISTA

Signori, io protesto. Io non so niente. Sono un amateur.

ALBERTO

Voi, se tenete na cosa che vi nuoce, è la modestia. Pss. [p. 118 càgna]BATTISTA «i rimette in pow e de*-|am*.

" Gittò J'infame prezzo, e disperato L' albero ascese il venditor di Cristo... *

AMALIA interrompendo.

Giuda, è vero ? Ih, che infame ! Se vennette a Gesù Cristo.

TUTTI

Pss pss...

BATTISTA la guarda bieco e continua.

  • Strinse il laccio... "

CIOCIÒ

Lass’ ’o ì’ !...

BATTISTA E cchesto me fai sempe !

ALBERTO

Pè fforza ’o " Serraglio * t’ ha dda mettere, ’o zio...

CIOCIÒ spalanca le mascelle, torce il muso fa per piangere.

BATTISTA

Pss... pss... E COSÌ fate peggio. (Tira dalla saccoccia una seconda bacchetta di liquorizia e la porge a Crociò che tace. Poi ricomincia a declamare).

" Strìnse il laccio, e col corpo abbandonato Dall’ irto ramo penzolar fu visto...

Cigolava lo spirito serrato Dentro la strozza, in suon rabbioso e tristo E Gesù bestemmiava... e il suo peccato Ch’empia 1*Averno di cotanto acquisto "•

(S* ode di lontano una tromba d* automobile). [p. 119 càgna]B AT VIST A •' arresta, non ricorda.

" Scrisse (La tromba d'automobile) Scoccò... (Nuovamente la tromba) GittÒ... * (Altro segnale di tromba) (Scattando) Ma come

e possibile recitare, abbiate pazienza. Uno interrompe

  • a na parte, n’ato ’a n’ ata... Na tromba ’a reto...

CARMELA rientra, gridando.

Signò sta passanno l’automorbido c’ ’a Duchessa d’Aosta. (Movimento generale)

IMMACOLATINA

’A vulimmo vede.

CARMELA

S’ è fermato ccà ssotto, vicino a vigna ’e Francesca. Francesca Ile sta danno cieit’ uva. A rint’ ’a massana se vere buono.

AMALIA

E andiamo, e andiamo, venite, ca dentro ’a massaria

ce pigliamo pure *o ccafè. Ci ho fatto mettere pure

'na bella palla ’e luce elettrica, (vanno via per la comune Amalia, Concetta, Immacolatina, Jlttilio, Carmela, Ciociò).

SISINA ad Aljrcdo.

Restiamo in terrazza ? ALFREDO Sì, lontani dalla folla...

SISINA

In alto sul belvedere. Come in una nube... ALFREDO

Come in una nuba... (Spariscono per il tenazzo). [p. 120 càgna]BATTISTA Questa si chiama indecenza !

ALBERTO

Una persona reale, cavalle, la curiosità, il rispetto.

BATTISTA

Basta. Attaccato, innanzi tutto, alla Monarchia. Basta.

(Via).

SCENA 8.*

Alberto ed Ida.

IDA è per seguire Battista.

ALBERTO

Ve n' importa molto dello spettacolo ? (Le sfiora con Ir dita i nastrài che le pendono dal pettino di «età).

IDA dopo un istante d'esitazione.

No. (Pausa)

ALBERTO

L’altro giorno, passai in bicicletta... Voi stavate affacciata... Mi vedeste ?

IDA china il capo.

No... Sì...

ALBERTO

Mi fermai vicino al cancello di n Villa Passero...1 Voi leggevate un romanzo...

IDA sorrìde, fa cenno di sì,

  • 11 ponte dei sospiri *. Ma prima che passevate me

ne stavo entrando dentro. [p. 121 càgna]ALBERTO

E perchè ?

IDA «orride e tace, poi dice, eoo aria furba.

C' era un contadino e una contadina nella vigna...

ALBERTO Beh ?... Facevano l’amore ?

IDA fa cenno di sì. e sorride. ALBERTO

Si baciavano?

IDA c. s.

ALBERTO

Eh f Sono prove d’ amore tanto semplici...

IDA

Era un tramonto di sole così bello I Come quello d’oggi. Lo vedete. (Siede) E che faceste, dopo ?

ALBERTO

Arrivai fino a Pugliano, e quando tornai non Aeravate più.

IDA

Già, perchè... Non dite niente a nessuno, ero andata a scrivere...

ALBERTO

Che cosa?

IDA

Le mie impressioni... Pure Sisina fa così.

ALBERTO

Non si possono leggere ? [p. 122 càgna]IDA con civetteria.

No...

ALBERTO

Qualche cosa che riguarda me ?

IDA c. s.

Per bene o per male ?

ALBERTO Per bene spero. (Pausa)

IDA china il capo.

Andaste a Pugliano ? E passaste per la casa della signorina Prisco ?

ALBERTO confuso.

No.

IDA

Potete giurarlo ?

ALBERTO c. ».

Sì... quant'è certo... Pe quant’ è vero...

IDA subito.

Vi credo.

ALBERTO

Io me ce so’ appiccecato da tanto tempo.

IDA

E quand' anche si fosse 1 Io non ho nessuno diritto su di voi I

ALBERTO insinuante.

Ne putisseve ave tante I IDA

EH ! lo sono così buona e debole ! Un uomo che ibi [p. 123 càgna]amerebbe molto e mi circonderebbe di cure mi bastasse... Dalla vigna rigiunge l'eco del canto catnpestre>

  • ’Ngelechè

’Ngelecà,

Chestu vino (a stunà... "

ALBERTO

Me date sta rosa ?

IDA

Perchè no ? (Fa per «puntarla dal corpetto ma non vi rie«ce

ALBERTO

FaCClO IO ? (Con le mani cerca districare il fiore dal merlettino su cui è tenuto (ermo da uno «pillo. Nel contempo, voluttuosamente a*

«pira il profumo che emana dai capelli della fanciulla I Che odore !

Cos’ è ?

IDA

Violette. Aspettate, donn'Albè adesso faccio io...

(Spunta la rota e gliela di),

ALBERTO

Grazie. (Bacia jl fiore) Chi nun ve vularria bene a vuie !

IDA chinando il capo.

Chi volete ?

ALBERTO

Eh I C’ è qualcuno, però, che ve ne ha voluto.

IDA con un gesto di disprezzo e eoa irruenza.

Ah... Capisco a chi volete alludere. Se tutti gli uomini sarebbero vigliacchi cumm a quello 1 Perchè ? Io conoscete, forse ? V' ha parlato di me ? E che v ha detto? Dite la verità. [p. 124 càgna]ALBERTO

Ma io non lo conosco... che di vista.

IDA

Meno male che io I’ ho tenuto sempre a posto , e nemmeno per l’anticamera del cervello me lo feci passare. Dopo tre mesi... E ne ha fatte che ne ha (atte, di piantone... qui e a Napoli !... Disse che lui, che sso, doveva partire... lo dissi: Neh, a me che me n’ importa ?

ALBERTO

Cumme se pò rinunzia a non vedervi più !... lo, vedete, penso (Con un ostentalo sospiro) che se debbo allontanarmi...

IDA premurosa.

E perchè ?

ALBERTO

Io sono sicuro che il vostro cuore non sentirà mai nessun sentimento di amore per me. (Pausa)

IDA tenera, ricordando.

Sei mesi fa, una sera, eravate al Teatro Bellini... Avevate un costume a quadrettini neri... terza fila di poltrone... numero 4. (Lo guarda con civetterìa)

ALBERTO compiaciuto.

Sicuro... Già.

IDA

Otto giorni dopo, era la domenica delle palme, a via Caracciolo... Avevate un tait grigio gendarme, il cappello con la spaccata ed un bore d arancio in petto. Poi, non vi vidi più.

ALBERTO c. ».

E vero... [p. 125 càgna]IDA

E badate che non ci cooosciavaxno allora.

ALBERTO

Già.

IDA eoe kbg wUaoo.

Ma il DUO CUOre VI conosceva... idm U leti ed ■ latao dnacMoi Che cosa mi (ale dire ! <Pmm

ALBERTO

Ma guardale quando due anime s* incontrano ! Quistione di giorni, ma il destino ci ha fatto notare reciprocamente 1’ uno con 1’ altro. Era di giovedì santo. Voi facevate i sepolcri. Entraste nella chiesa della

1 Pietà dei Turchini Eravate voi, vostra madre, n* altra signorina e un ragazzetto.

IDA coepe»oou.

Sì, era nu nipotino nostro.

ALBERTO

Portavate na camicetta lilla coi merletti e un basso nero.

IDA con disappaio.

No, la camicetta lilla la portava I’ altra signorina. Il basso nero, sì.

ALBERTO

Ah 1 E io non ricordo bene, adesso (Ua pò coafw Mi ricordo che, entrando nella Chiesa innanzi al sepolcro, metteste del denaro nella guantiera.

IDA gwihra,

Nu dopino soldo.

ALBERTO

£ nell* alzarvi vi scappò a rìdere, non so perchè, ma [p. 126 càgna]mi pare che fu perchè quella vostra amica , urtata dalla folle, teneva 'o cappello storto.

IDA ridendo.

Sì.

ALBERTO

Un altro giorno avete ricevuto una lettera firmata: " Tulipano

IDA

E vero.

ALBERTO

Er’ io. In quella lettera vi si pregava di leggere il JKCattino del giorno appresso, nelle * Corrispondenze. *

IDA

Si. E io comprai il * Mattino * ma...

ALBERTO con evidente imbarazzo.

E non c'era niente, lo so... non c* era niente. Per* chè la sera, così non fosse mai venuta chella sera, andai in casa Parascandolo...

IDA scrutandolo negli occhi.

Llà conosceste quella smorfiosa di Amalia Prisco... V’ accendeste... E se sape... quella tiene un fare da cocotta con tutti gli uomini.

ALBERTO

Ma Con me mai... (Borbotta, confuso, qualche altra parola).

IDA

Albè non tocchiamo stu tasto. (Segue la battuta allungando la mano verso Alberto, che la trattiene, stretta nella sua).

ALBERTO

Sentite Ida: Sono tre mesi che vi frequento: mai una [p. 127 càgna]Signorine 127

»

parola, ma ormai e inutile fingere di più. Mi permettete di parlare ?

IDA impaziente.

Sì.

ALBERTO

Poche parole, semplici, sincere, io ve voglio bene, io sento, signorina mia che la vita, senza di voi, mi riesce impossibile, inutile.

IDA orientando un gran turbamento.

No, Alberto, io non dovrei sentirvi. Gli uomini sono COSÌ volubili... (Guardandoti intorno) Avess* 'a Venì quac cheduno. Scrivetemi.

ALBERTO accalorandoci.

Tutto in queste parole. Vi voglio bene. Non sono povero...

IDA

Questo non c’ entra. Per ine veramente è il caso di dire: un cuore e una capanna !

ALBERTO

Quanto siete cara I 11 tempo necessario per parlare in famiglia mia...

IDA mal celando I* interesse della domanda.

Quanto tempo ?

ALBERTO Due, tre, quattro mesi...

IDA abbandonandogli subito una mano sulla spalla.

Sentite. Alberto, io poi non vorrei lasciare mai questo sito di villeggiatura: qui ci abbiamo detto la prima parola di amore. [p. 128 càgna]ALBERTO strìngendole la mano.

Sì qui mi avete fatto... No... qui mi Hai fatto perchè il * tu " è più bello, è più intimo. Qui mi hai fatto l'individuo più felice. (Le bacia la mano) Ti scriverò.

IDA

Fedele sopratutto. Mi sarete fedele?

ALBERTO

Tu... tu... Voglio ’o " ttu V Parlarne cu ’o * ttu

IDA

Come faccio così, subito subito ?...

ALBERTO E una prova d’ amore.

(L* aria, l’imbruna. Fuori il terrazzo l'ultimo raggio tiepido del tramonto muore. Nella stanza, ora, è quasi buio).

IDA guardandolo negli occhi.

Una prova di amore? (Evita un po» poi gli dicc) ftAi sarai fedele ?

ALBERTO

Giu.o, giuro, giuro, vita mia I E mo mi devi dare un’ altra prova d’amore.

IDA Io guarda con la testina curva, interrogandolo.

ALBERTO

11 suggello.

IDA

Che suggello?

ALBERTO

Un bacio.

IDA esitante.

No, Alberto, ’o wedete: subito andate a queste cose I [p. 129 càgna]ALBERTO imbronciato.

Una prova d amore... Sei cattiva. E che bene mi

vuoi ? (Si stacca da lei).

IDA quasi per cedere.

Una prova d’ amore ?

SCENA 9.*

Immacolatina e detti.

IMMACOLATINA comparisce sotto la soglia* s* arresta, crolla il capo, poi dice.

Sta cadenno nu poco d’umido, me so’ venuto a piglia na cosa pe’ m’’a mettere addosso. E voi non venite ?

ALBERTO sorpreso, impacciato.

Questo stavamo facendo. Abbiamo salutato qua fuori la coppia... Fiorillo... E poi... Buonasera. Permettete, (via)

IDA ad Immacolatina, che la guarda in atto di rimprovero.

Che è ? CIT è stato ? Pecche guarde ?

IMMACOLATINA

Io ? Niente. Po* nun aggio ragione... quanno dico *o

fatto d’ *e SCarfa segge (La scuote per il braccio poi entra a destra, per tornare poco dopo).

IDA volge lo sguardo alla porta per dove Jliberto è andato via imbronciato. Si passa la mano sulla fronte, ha un piccolo sospiro e sorride. L*occhio si posa sulla credenza e vi scorge un paio di guanti. Corre vicino al mobile, prende i guanti, li palpa, li odora e li tiene stretti teneramente nella mano.

IMMACOLATINA riviene in iscena con un piccolo scialle nella mano.

Tiene; na cosa pure pe tte.

(Fanno per andare). [p. 130 càgna]SCENA IO.*

Alberto, dette, e coro interno.

ALBERTO

Voi permettete ? I’ m* aggio scurdato ’e guante.

IDA

Ah! (Ha un moto istintivo ed è per consegnare i guanti ad Alberto ma un pensiero la trattiene).

ALBERTO

L’avete visti ?

IDA

No...

IMMACOLATINA cerca intorno.

E a voi ve De servono nu paio ó giorno. (Ride).

IDA

Forse staranno fuor’ 'a terrazza.

ALBERTO

Vado a vedere...

IDA strizza I* occhio ad Alberto.

E no, aspettate, non v* incomodate. Mo ce va Immacolatina. Immacolati, va vide nu mumento tu.

ALBERTO che ha compreso.

E allora, giacche siete tanto gentile, vedete sopra’o Belvedè. Io me ricordo che Uà so* salito.

IMMACOLATINA si gratta in testa con 1* espressione furbesca di chi ha indovinato qualche trucco. Esce fuori la terrazza e torna poco dopo. Il canto dei contadini, di ritorno dalla vendemmia, si riode lontano9 al sole cadente.

  • Viene, vie

arape *o mantesino, oi ne. [p. 131 càgna]Na pigna d’ uva a ine, e nu vasillo a tte...

Ah! Ch’ aria fresca, neh !... n

ALBERTO

Idarè... (Le fa cenno di dargli un bacio, un solo).

IDA guarda intorno, gli ti avvicina e gli porge la guancia.

ALBEIRTO stringendola a sè, le bacia gli occhi, la bocca, i capelli. Ida si abbandona, quasi, sotto le carezze, mute, ardenti del giovinoti. Ad un punto Alberto, che stringe e bacia una mano, vi •covre i guanti aggrovigliati. La Essa sorpreso, raggiante e mormora.

  • E ttenive tu ? ;

IDA con un 61 di voce, stordita.

Sì.

ALBERTO sottovoce.

Dimanas sera... tomo?

IDA

Si«.> (Cede ancora alle carezze di Alberto) Siete Contento ?

IMMACOLATINA dalla terrazza ritorna, quasi li sorprende ed esclama, battendo il piedino.

Nun T aggio truvate e guante.

IDA

Grazie* Immacolati, se so* trovati... (Turbata sempre più) se so9 trovati...

ALBERTO confuso, imbarazzato.

Sì, grazie. iVa via impacciato. Passando vicino al canerino nasconde il suo turbamento, solleticando l'uccellino) Zzerì... ZZerì...

zzerì...

IMMACOLATINA ad Ida, dandole un colpettino sulla spalla.

Jammo, cammina. (Sottovoce) Faccia tosta !... (È i tre personaggi s* avviano per I * uscio).

Cala la tela.

FINE [p. 132 càgna]