Paggena:Teatro - Ernesto Murolo.djvu/111

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Signorine

IMMACOLATINA tcherrando «empfe «ut piano.

Sì, ma lusingarmi io stesso caro Attilio e perche ? Pigliare una passione, e poi ? lo non ho dote; io non so* bella, ma non sono scema e una lastra di specchio non IDI manca. fSi liu e va, ora • Kdeni mi divano).

ALBERTO viene dal (ondo, ma »’ arresta, vedendo i dot.

ATTILIO cercando di prenderle una mano.

Sentite, Mmaculatì...

IMMACOLATINA ritirando la mano. No, Attilio, vi prego... State ve sodo cu' ’e mane.

ATTILIO

Una parola sola, un incoraggiamento. (Si volta e vede Alberto che torride. Con un breve gesto lo prega di allontanarci) £

mo te n* he *a ì’... mo...

ALBERTO con comica naturalezza ritorna sul terrazzo, ma t'imbatte eoo Battista, ch*era per rientrare. Ed allora egli lo costringe ad. un didrofronte. con sobria comicità.

ATTILIO continuando.

...Una speranza... Benzi una speranza... una promessa, ed io vi giuro sul mio onore che subito...

IMMACOLATINA guardandolo con civetteria.

Subito che cosa ?

ATTILIO Parlo cu mamma vosta.

IMMACOLATINA c. ».

Su l’onore di gentiluomo ?

ATTILIO le stende la mano, come a promessi