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Paggena:Teatro - Salvatore di Giacomo.djvu/446

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quand l'amour meurt...

bisogna. A Silvia, improvvisamente) ’E’ fatto, cu stu capulavoro?...

Silvia

(smette di leggere il copione. Guarda il padre, un poco perplessa. Sottovoce)

Ho finito.

Raffaele

E miette ccà! (stende la mano. Silvia gli porge il copione. Raffaele stenta a levarsi, barcolla. Silvia si leva, si accosta al tavolo e vi pone il copione. Poi torna a sedere, aspettando, guardando il padre che ha spiegato sulla tavola il copione e lo scorre, sorridendo, ironico, eccitato. Come tra sé) Ma tu vide nu poco!... (co’ gomiti sulla tavola, con la testa fra le mani, ride e borbotta).

Concetta

(accostandosegli)

Rafè?... (lo scuote, lievemente) Rafè... Siente... Dimane te suse nu poco cchiù ampresso... Che dice?... Fatiche a mmenta fresca... (allunga la mano per toglierli d’avanti il bicchiere).

Raffaele

(le arresta il braccio, lo allontana, lentamente)

T’ho pregata. (si versa ancora del vino dal fiasco. Beve. Riguarda ancora il copione, e lo spiegazza, nervoso, sorridendo, e poi lo rimette sulla tavola e ci mette sopra la mano destra spiegata. Poi, con l’altra mano, lo addita alla moglie. Con aria ammirata e ironica) Il capolavoro!.. (appressa la mano al bicchiere).