Raffaele
(a Concetta)
Ma che sto parlanno francese? Ma tu ’e’ ntiso ca dimane aggia cunzignà ’o cupione e tutt’ ’e pparte cacciate? (a Silvia). Gué! Mia signó’!
Silvia
(trasalendo)
Papà?...
Raffaele
(porgendole il copione)
Iammo, scuse sti foglie!
Silvia
Aspettate...
(Si leva. Va a mettere sul comò il suo piatto, ove il cibo ha lasciato intatto. Accanto al piatto mette il tovagliolo e il pezzo di pane. Torna. Concetta le porge il copione che ha preso, frattanto, dalle mani di Raffaele, e poi comincia a sparecchiare. Silvia ha in mano le forbici, che ha cavato da un fodero del comò. Torna a sedere alla sua seggiola e comincia a scucire il copione, sul quale, di tanto in tanto, posa gli occhi, leggendo).
Raffaele
(a Concetta, che va e viene, sparecchiando)
Calamaro e penna! (Sulla tavola sparecchiata, ove son rimasti soltanto il fiaschetto del vino e un bicchiere, Concetta pone il calamaio, la penna, alcuni fogli di carta. Raffaele, con le braccia conserte, segue con gli occhi quella