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Paggena:Teatro - Aniello Costagliola.djvu/56

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sguardo e nel gesto. Ha i baffi ispidi e folti: neri. Indossa una divisa simile a quella di Battista).


(Ardia guida la moltitudine dei ricoverati. Son ventiquattro ciechi, e procedono su due righe, a coppie. Qualcuno ha il braccio destro teso, e appoggia la mano su la spalla del compagno che gli è dinanzi; qualche altro quasi si accascia sul compagno che gli sta da canto; qualche altro, ancòra, avanza con le braccia protese lungo il corpo e la faccia all'insù; qualche altro, in fine, ha l'andatura stanca, il capo basso, le braccia in sole sul petto) ([1]).

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  1. I ciechi vestono un abito uniforme: giacca e calzoni di una tinta azzurrognola, e berretto di panno, dello stesso colore. La giacca è una specie di giubboncello, lungo fin sopra i fianchi, orlato di fili rossi, luccicante di bottoni dorati sul petto, e nei fianchi stretti e sul collo. Anche i calzoni e il berretto han l'orlatura di rosso. C'è chi porta la giacca sbottonata, chi rigorosamente chiusa, e chi abbottonata soltanto presso il collo. Dalla moltitudine emergono alcune figure. - Un giovinotto di diciannove anni, magro e tutto gesti: ha gli occhi lucidi e fissi, e sul volto un sorriso costante: è Santino Spada, rapsòdo e suonator di clarino. — Un vecchietto bianco, con le occhiaie cave e il volto rugoso: è Vito Arcà, il decano dell'Ospizio: melanconico e poco loquace: la familiarità immutabile dell'ombra pare abbia attutito in lui ogni energia vitale, tranne il respiro. - Un enorme montanaro, di quaranta anni, con le palpebre appena socchiuse, le mani callose, la capigliatura intricata, la fronte breve: ha nome Amitrano. - Un giovane di venticinque anni, malaticcio, ipocondriaco: ha il volto consparso di lentiggini e le palpebre arrossate e gonfie, ove quasi annegano le pupille spente: parla di rado, ma ha squisitissimo il senso del tatto: cammina con le braccia protese in avanti e le mani aperte all'ingiù: non ha nome, e i suoi compagni lo chiamano « Sensitiva ». Distintissimo nella schiera è un cieco di età imprecisabile tormentato dalla chiragra. Una testa enorme nelle bozze frontali, sopra un corpo di nano. Le sue mani deformate egli stringe in croce sul petto: e il suo volto smagrito e abbattuto sotta il peso della fronte mostruosa. Non parla. Ha nome Salemme.