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Paggena:Teatro - Aniello Costagliola.djvu/23

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cani! So' n'affare serio, sti meridionali! (Alle guardie:) A voi! Piantonate 'a porta, e non lasciate passare manco a Domeneddio!


(Le due guardie escono).


Il Giornalista (accostandosi a Matutino, con grazia un po' esagerata:) — Scusi. Se non le dispiace, mi dica...
Matutino (alquanto burbero:)— Che cosa?
Il giornalista. — ...come è andata la faccenda.
Matutino. — Chi è lei?
Il giornalista. Reporter del « don Marzio ».
Matutino. — Giornalista?
Il giornalista. — Precisamente.
Matutino. — Un momentino. (Va presso il vano, e parla un po' forte, a traverso l'apertura della portiera). Brigadiere!
Schisà (dall'interno:) — Che c'è?
Matutino. — C'è, qui, un giornalista, che vorrebbe...
Schisà. — Mannannillo!
Matutino. — Pronti! (Ritorna al giornalista).
Il giornalista. — Dunque? Che le ha detto il collega?
Matutino. — Collega! Scusi: è nu brigadiere, lei?
Il giornalista. — Pubblicista, prego. Ma c'è l'affinità. La stampa illumina la giustizia, nelle sue investigazioni.
Matutino (sorride, con una strana smorfia d'incredulità. Poi:) — Il brigadiere dice che non è questo il momento... Po favorire in ufficio, lei?
Il giornalista. — Ecco... Veda... Non si potrebbe, ora?
Matutino. (seccato:) — Ma il brigadiere la prega...
Il giornalista. — E non si disturbi. (Sorridente, cerimonioso:) Vuol dire che ci vedremo in Questura. Ciao.
Matutino — Riverisco.


(Il giornalista se ne va, sbuffando. E anche Matutino sbuffa la sua noia).


Matutino (ad Abbamonte e agli altri, che si affollano, cianciando, presso il vano:) — Ancora qua, voialtri?! Accidenti!