dell’occhio vide aleggiare sull’uscio qualche cosa di bianco che jf|i ricordò lo scialle della Francesca. Ed infatti era lei — Il diavolo viene a prevedersi l’anima! — disse, posando Iti tazza sulla tavola e abbandonandosi a sedere con le braccia penzoloni e il solito mento sulla fontanella della gola.
Teresina si fece livida come un annegato, e si disponeva ad accoglier la rivale col manico della granata, quando fu trai’ ’ tenuia dall’affanno e l’aspetto sbattuto di lei, che annuncia’ ’ vano che qualche gran caso era nato.
— Gennarino mio — prese a dir quella con un filo di voc«’ interrotto e lamentoso: — Oli, che mi doveva capitare!.... Mo moro! ....
— Che volete? che pretendete da Gennarino? — strillò la fanciulla venendo avanti come una furia.
— Ah, Teresina mia! — soggiunse l’altra, a cui, in quel momento, tornava conto di non risentirsi: — Se tu sapessi!..Chi se lo sarebbe immaginato!....
— Che cosa?...
— Mio marito!...
— Ebbene?
— Lo conoscevi?
— Un’altra volta che lo veggo sarp la prima! — rispose canzonandola la fanciulla più sgarbata che mai.
E Gennarino, intanto, se ne stava come un condannato, non curandosi di domandar nulla, perchè l’avvilimento gli andava convertendo, a mano a mano in stoicismo. Tanto, niepte poteva venirgli più di quanto avesse già messo ad entrata. Su carne già scottata acqua bollente! dice il proverbio; ma si? carne di cadavere o acqua bollente o lava del Vesuvio, era tutt’uno!
— Mio marito — continuava intanto la Francesca disperandosi a più non posso — mio marito... lo avevo mandato da cinque anni al manicomio della Madonna dell’Arco... e non er^ più stata a vederlo....
— Che amore! — strascinò con accento ironico la Teresina.
Ma all’altra conveniva d’ingozzarle tutte, perchè era ve’
nuta per attaccarsi al suo ganzo e condurselo via; simulava quindi la disperazione per non rilevare le parole pungenti del~ la ragazza. E sbraitava invocando tutti gli angeli e i santi. Lei non aveva più presa notizia del marito, è vero; ma non senze ima ragione, perchè, al terremoto di Casamicciola s’era guastata nell’anca e, prima di guarire, ce n’era voluto! E anchf’ guarita per non farsi vedere a zoppicare, aveva passato un anno nel suo podere al monte di Procida... Ed ora? indovinate quale altro terremoto? quale altro disastro? Se fosse sceso un angelo a dirglielo!... Gesummio!... Indovinate?....
E Gennarino, che dall’apatìa degli stoici passava al fatalismo dei musulmani, non si curava non che d’acuire la mente a indovinare, ma di tendere semplicemente l’orecchio per udire, .