Paggena:Teatro - Achille Torelli.djvu/24

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miagolio, una sequela di note sgraziatamente acute che H»v«, no in falsetto:

Ammore, che pe l’aute è bersagliere,

Pc mme non tene daga c no’ me ’ntacc.i:

Nennellc belle, i’ sto diuno ’a jerc;

E pe mme passa fa> vaerà 0).

— Che bella voce! osservò donna Francesca, con la sdolcinatezza dei suoi modi, che faceva rabbia alla Teresina, particolarmente quando colei andava in sollucchero per Gennarino:

— Le nenneìle belle son pure di cuore; e per l’amore non si fa notte mai, non passa mai la vacca! E’ vero.

— E’ vero, si — scattò a dirle a tu per tu Teresina, con voce resa stridula dal dispetto: — Ma quello, Gennarino, parla di nenneìle, e voi non ci avete nè che fare, nè che vedere, voi che siete maritata!

— Davvero? — domandò mollemente, ironica, l’altra, strascicando le parole e puntando le braccia sui fianchi, come i manichi di un’anfora.

E a momenti si sarebbero accapigliate, se la prudenza non le avesse tenute in briglia. Fortuna che le loro voci furono coperte dal frastuono degli applausi nlTesimio cMntanie; il quale di natura sfiaccolato, facente tutto alla peggio, questa volta, per

lo stomaco vuoto, che gli dava travaglio, cantava con falsetti così languidi che, finalmente. Io Zio Prete ne sospettò la cagione.

— Portogallino — chiamò due volte dondolando il capo, come per dire: ho capito! — Portogallino porta i biscottini ed il fiasco di Posillipo, altrimenti la voce di Gennarino non si rialza.

E Gennarino alzò gli occhi al cielo: quegli occhi ora furbi, ora dolcissimi; tanto che la Francesca diceva che lui in quegli occhi, a volte ci aveva gli angeli, a volte i diavoli.

Portogallino, che nella chiesa faceva da scaccino, e in casa da servo e da guattero. andò in giro con un vassoio, ove era un monte di biscottini, circondato da bicchieri colmi di vino: schietto Posillipo, di quello offerto dalle beghine della collina allo Zio Prete. A quella vista Gennarino trasse un lungo sospiro.

— Zio, voglio servirvi io! — disse la Filomena andando al vassoio, e tornando con un bicchiere in mano adagino adagino,

2 con gli occhi attenti al bicchiere colmo sino all’orlo.

Ad offrire un bicchiere non traboccante di vino, ma col colure da prete, come dicono i nostri popolani, si dà segno di ava’ izia e di mala creanza.

■’ — (i) Passa la vacca significa: Non ci sono quattrini. Il modo è d’uso recente, eriva da ciò, che quando un povevo affamato, sente, a vespro, il campanacdo ddW icche, che menano a mungere alla; porta delle case, sente anche mancar l’animo Ilo sfinimento del corpo e dispera di buscarsi più nulla; annotta, e la malinconia

I vespro, il suono lento c monotono del campaanccio, sono come apparato e musica ìebre alla fame ed alla disperazione.