_ Gennarino! Gennarino! — e tu Iti gli fecero ressa attorno. meno Portogallino, io scaccino, che non si sapeva perchè
lo avesse raro come il fumo negli occhi.
-- lo ho la voce fioca... Ho il gesolfautte abbassato...
— Evvia, non vi fate pregare! — entrò a dire gravemente quello sgargiante di Batticola. con tutta la sua dignità di capo camorrista.
— E canta una volta! — mise bocca anche Donato, rimasto sin allora immelensito dalla prepotente occhiata della Filomena.
— Anche tu? — brontolò Gennarino contro l’amico.
— E non vi fate pregar tanto! — esclamò perfino Portogallnio.
— Per far piacere a me! — supplicò da diritta la Filomena.
— E ditemelo cantando clic mi volete bene! — ardi dirgli sotto voce, dall’altro lato, la Teresina.
A quell’imprudenza, Ciccilio, facendo le viste d’accordare ìa chitarra, borbottò più torvo che mai: — Sta a vedere che quel disperato fa lo smorfioso con Teresina, che è sotto la mia protezione!
Cotesto ostentato officio di protettore dava segno che il giovane Ciccilio era ancora un novizio fra gli affiliati alla camorra. Invece Batticola, che era una capoccia, un maestro dei novizii, aveva l’aria di pontificare ad ogni parola. Ma questa \olt-a. non vedendosi obbedito all’istante, perdette la solennità •con la pazienza, e:
— Cantate! — scattò a dire irnientemente! — Ora mi fate montare la mosca al naso! Benedetta la campana che suona a morte per chi non canta!
— Ohi! ohi! —- interruppe lo Zio Prete: — che parole sono queste?! Qui ci sono io!
E Batticola per atto di contrizione e sottomissione stese subito le dita alla paffuta mano del prete, e se la portò alle labbra, inchinandosi e togliendosi il cappello.
— Non senti? — osservò la Francesca, andando con le dita aggruppale fin sotto il muso dì Gennarino: — Non senti? E canta una buona volta, che offei è Santa Filomena, e vogliamo stare allegri!.... L’allegria fa bene all’anima e al corpo! Non è vero Zio Prete?
— Servite Domino in laetitia! — affermò costui, aprendo le braccia come nWorate fratres.
— Vi risolvete? Che cosa volete cantare? — demandò con una grazia di cane rabbioso Ciccilio a Gennarino, il quale, grattandosi il cucuzzolo, gli si accostava arrendendosi! — Che accordo ho da fare Che pezzo di Paradiso volete ragliare? — E soggiunse fra sè — A momenti gli rompo sul capo la chitarra!
— Cantiamo: Passa la vacca! — sospirò l’altro, che s’arren deva proprio contro voglia. E il suo, più che un canto, fu un