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Scalo marittimo

Ermelinda (A Ciccillo) — A che ora se parte?

Ciccillo — A ’e ssette e meza. Ma mentre leva ’o ponte e fa ’a manovra, sempe ll’otto se fanno.

Ermelinda — E ghiammo ’n contro a Vittorio.

Ciccillo — E nun te fa’ truva’ accussi, asciuttete[1] sti lacrime.

Ermelinda — E mentre n’asciutto una, me cadono ciento! (Escono).

Il domestico (Al maestro di casa) — Signor capo, lei dovreste farmi una cortesia.

Il maestro di casa — Se posso.

Il domestico — Mi dovrebbe favorire due o trecento sigarette estere.

Il maestro di casa — Mi dispiace, ma non ne ho.

Il domestico — Cinque o sei chili di caffè?

Il maestro di casa — Neanche.

Il domestico — Un po’ di zucchero?

Il maestro di casa — Nemmeno. Volete un sigaro di questi? (Gli mostra un «trabucos»).

Il domestico — Datemi ’o sigaro. (E lo intasca).

Il facchino — Gué, ma nun ne jette[2] niente, sa’!

Musica

(Entrano elegantissimi il baroncino Sasà Florio, la sua amichetta Zazà, e il loro maggiordomo cantando).

Sasà (al maggiordomo) La carrozza l’hai pagata?

Il maggiordomo (fa per andare)
Tutto fatto.

ZazàVincenzi’.
La cabina è preparata?

Il maggiordomo
Preparata, signor si.

SasàI cavalli, le vetture,
la Fiat?

Il maggiordomo Tutto giù
nella stiva.

Sasà Stan sicure?

Il maggiordomo Stia tranquillo.

Sasà (dandogli il «necessaire») Porta su.

Il maggiordomo (mostra i passaporti al maestro di casa, ed esce).

Sasà (a Zazà) Eccoci qua,
bella Zazà!
Te lo promisi, e ti ci porto nell’Argentina!

  1. asciuttete: asciugati.
  2. ne jette: ne getti, ne lasci.