Paggena:Pulcinella medico a forza di bastonate (1905).djvu/17

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SCENA XII.

Viola e detti.


Vio Quanto ci ha voluto per trovare questa casa. Serva signore

Pul. (Moglierema! mo è benuto lo nudeco a lo pettene,)

Vio. Ah, ah (ride) Ans Perchè ridete?

Vio. Rido per quell’asino che fa da dottore

Pul. (Zitto, pe l’ammore de lo cielo).

Vio. Che zitto, e zito. Birbante, briccone che sei.

Ans. Olà? Che impertinenza questa, con il primo medico che vi sia sulla terra.

Pul. (E mo vide comme m’atterrano)

Vio. Che medico, e medico! Questo è mio marito

Pul. (Oh varrate, e comme vonno scioccà)

Lea. (Che nuovo incontro è questo).

Ans. Signor dottore, la conoscete voi questa donna?

Pul. Sicuro che la conosco, questa è una donna, che questa mattina le ho menate le coppe, pe farle passà li dulure de fianche (Vattene a cancaro, ca si no le coppe a sango l’aggio io ncopp’a le spalle)

Vio. (Che io me ne vada. Aspetta) Signor Anselmo, come vi ho detto, questo è Pulcinella mio marito: ed è spacca legna, non già medico.

Ans Spaccalegna!

Lea. (Miseri noi siamo perduti)

(Via nel giardino con Lucinda)

Pul. Non la sentite, chesta é na pazza ch’é scappata da lo spedale.

Ans (Adesso capisco). Eh, va al diavolo pazza maledetta.

SCENA ULTIMA

Luca dal giardino e detti, Indi Leandro e Lucinda


Luc. Signor padrone, signor padrone?

Ans Che cos’è?

Luc Vostra figlia… Lo speziale… Sapete voi chi é questo finto speziale? Ans. Chi è?

Luc. Leandro ed il dottore è stato il turcimanno.

Ans. Ah briccone! tu non sei medico?

Vio. Non ve l’ho detto io, che era un impostore?

Ans. Ah, indegno, scellerato che sei. Così mi hai tradito