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JU’ ^AMANTE LIVREA
losEtn *
Avvolto ii) veste di servii sembianza,
volgarmente da ognun detta liorea.
Infiammato d’amore e di speranza,
Qui Fabrizio i suoi passi un di volgea !
Egli dell’ idol suo spazza la stanza,
Ed in mirarla tutto in cor si bea;
Maqgiail rilievo della sua pietanza.
Nel piato stesso ove mangiò sua Dea !
Ei che modesto d si com’ essa è bella,
Scopa ognor, lava i piatti, va al mercato,
Nè sa scoprirsi, o non ardisce; ed ella,
Sprezza il maschio, che innanzi a tutta Europa,
Non avria scorno dir, che, innamorato,
Gittò la penna ed impugnò la scopa!
- (Trailo dalia dell’autore: ìa caccia ii m morti*).