Paggena:Opere edite ed inedite di Luigi Coppola.djvu/22

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Ilo educala sì ben la fantasia,
(.In» posso il inni (a parto la modestia)
In questi a (Tari non dol tutto bestia!..
Ho scritto pel teatro, e a parlar schietto,
Senza paura e non curando i rischi;
Sono stato piuttosto bene accetto,
Ho avuto applausi, o qualche volta fischi !
Ma non crediate poi (ischi arrabbiati;
Fischi così, da uomini «‘ducati.
Ho scritto poi giornali e per le strenne,
E per quei che i miei versi hanno voluto;
Ho consumato carta, inchiostro e penne,
E infin de*conti cosa |kȓ n* ho avuto?
Il erodereste? o donne, nini par vero!
Che cosa mai? Zero via zero, zero!
Ecco perchè voi mi voltate il viso,
Ecco il perchè di tanta antipatia;
Se fortuna negommi il suo sorriso,
Donne, credete, non tu colpa mia!
Ma se a stringerle il ciuffo un giorno arrivo.
Io non la lascio più finché son vivo.
Frattanto, donne mie, vorreste voi
Della fortuna seguitar l’esempio ?
E fuggirmi così?.....Non sono io poi
Un cattivo soggetto, un mostro, un empio!
Son poeta... vedete che parola!
Eppure, o donne, i vati vi fan gola!....
Leonora amò Torquato alla follia,
E in sè stessa godea di tanto amore;
Laura andò pel Petrarca in frenesia,
Bice a Dante donò tutto il suo core;
Io solamente non j>otrò trovare
Una donna che m’abbia da guardare....
Coppola — Poesie *