Angoli, evirili, cifre, rq nazioni
S’affollarono insiem noi mio cerwllo;
Problemi, matematiche ragioni,
Mi giravano in tosta un molinello!
Coni, sfere, cilindri ognor sentiva,
Cerchi vedoa periin quando dormiva!
Dopo tre anni di sudori e stento.
Forti’ di (jiiel saper che non sapea,
Di far gli esami arditamente io tento;
Ed al contrario di quel ch’io credea,
Ottengo il privilegio in matematica,
E d’architetto incominciai la pratica!
Cadono le città, cadono i regni,
E di Nn|»oli cadono 1 e case;
Da per tutto si vedono sostegni
Alle poche che in piò sono rimase;
Di labricare il genio oggi ne invade,
Ponti si fanno dappertutto e strade.
Ed io die intìn dei conti un architetto
Son pur come tanti altri, e non son ciuco,
Non ho nemmeno da smontare un tetto,
Da fare un muro, una cucina, un buco!
Dir dovrò dunque che1 si studia invano,
Quando ha da starsi con le mani in mano?
Donne mie care, se ho da dire il vero,
Mi piace in certo modo il non far niente;
Ma vivere da porco egli è un pensiero
Che mai non m’è passato per la mente.
Che far dunque dovea io sventurato!
Non c’era altro di meglio... il letterato!
Ed eccomi poeta. In ogni verso
Ho voluto provar la musa mia;
E ognor toccando un genere diverso,