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Paggena:Opere edite ed inedite di Luigi Coppola.djvu/20

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Dalla casa dov’ebbi il mio natale.
Messo in carrozza, e con un cappio al collo
Trasportato in collegio a rompicollo!
Piansi nei primi <lì; ma poi pensando
Che il piangere in tai casi a nulla giova,
Detti, da forte, alla mestizia bando
E vita impresi tutta opposta e nuova,
Non piansi più; ma risi e risi tanto
Da far venire per la rabbia il pianto.
Nove anni stetti chiuso in quattro mura,
Col Porretti alla mano e col Sarnelli;
Ma quando giunsi al Dritto di Natura,
Di mia gabbia si schiusero i cancelli;
E ritornai dottore in quella casa
Dond* era uscito un dì tavola rasa !
Che lai* di me ?.....compiuti appena avea
I sedici anni e già sapea Platone;
Chi un secondo Plutarco in me vedea,
Chi un Demostene, un Plinio, un Cicerone
E dopo aver pensato e ripensato,
Si conchiuse di farmi un avvocato!
Presi per mia sventura Eineccio in mano,
II codice civile e le pandette,
L’aprii più volte, ma più volte invano;
Chè dopo aver quattro parole lette,
Pel troppo sonno si chiudeano gli occhi,
E il libro mi cadea sopra i ginocchi !
Sicché dopo à! un anno, alla malora
Mandai di tutto cuore Eineccio e il dritto;
E un altro studio risolvetti allora
Di far che già m’avea nel capo fitto!
Credetti di far bene, e pien di fede.
Alla scienza mi detti d1 Archimede !