Sim. fingendo di piangete. Iomiscnto speziare il cuore.,
Ele. Anima sensibile che versi lagrime alle mie £ ven ture, dì j non sua io la più misera fra le. donne?
Sim. Ma almeno, coll/; buone, còsi-.:.
Ele. Nulla nulla giova tentar con lei, perchènulla si può ottenere da una. donna altiera, superba, orgogliosa, piena di fasto, e di aLomincvoie disprezzo... Mi ha negata ùuaa«he una chiave per un quarto <T ora.
Sim. Che chiave? '
Ele. Quella della cantioa, chiestale da x me per restituircela subito. > Siiti. Ma quella mi par che la tenga Fonzq.;
Ele. Si, datagli da lei stessa per servirsene a « riporci le carni di uollc,
Sim. E se ò lecito; „. A che ci serre questi chiare? Eie. Veramente ♦ <. /
Sim. No y ■parlate. C«m me dovete spiegarvi «hia- % . M ro. Questo è il monif’nto di mostrarmi la va* str’ amicizia, e la fiducia che avete ia me,.; Chi sa che io non potessi ajutarvi l
Ele. Parvero?
Sim. Nc dubitereste!.. Parlate... Che so... Apritemi il vostro cuore,, e di nulla tenere.
Ele. E bene, io mi fido di voi, persuasa che se non bene, nemmeno male me ne possa avvenire.
Sim. Parlate virtuosa fanciulla; parlate.
Ele. La btróft3 memoria di mio marito quanto il Brigantaggio crassava io queste nostre contrade nascose in quella cantina una gr*au quantità d’ oro, nè mai più ne la rimasse.
Sim. Oro!
Ele. Si, oro.
Sim. È prfrchè poi.non se lo prese più?
Ele. Percfiè non ne ^avev amo bisogrtb, bastandoci per vivere l’appannaggio dei suo impiego,
e quella poca rendita che avevamo. *