Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/130

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NAPOLETANO

anno del Signore 938. fino al 1512. Si conserva ms. presso del Signor Conte D. Vittorio Prioli.»

Di quelle due Croniche non rapporteremo luoghi per dar idea dello stile, essendo esse scritte nel dialetto Leccese, che in quel tempo rassomigliava assai più al Siciliano, e al Calabrese, che non al dialetto Pugliese, o sia Napoletano.

Giuliano Passero Setajolo avendo, come egli narra, trovato da’ suoi antenati notato brevemente qualche avvenimento de’ loro tempi, s’invogliò di continuarne la narrazione più diffusamente, scrivendo ciocché avvenne all’età sua; onde venne a fare una Cronica curiosa, che dagli ultimi anni del Regno di Ferrante il Vecchio arriva all’anno 1526. Rimane ancora manoscritta, e noi ne abbiamo avuto in mano un esemplare assai accuratamente trascritto, e postillato da Innocenzo Fuidoro più di cento anni fa, e confrontato coll’originale, che conservavasi presso Giambattista Bolvito. È pregevole la semplicità, e veracità di questo Cronista. Rispetto ai linguaggio, egli usa quello, che i suoi compatrioti culti allora usavano così senza affettazione, come senza erubescenza. Seguendo il nostro uso di dare un saggio dello stile di questi nostri primi scrittori, rapporteremo un passo tratto da questa Cronica, e fedelmente trascritto colla stessa ortografia del manoscritto.

Alli 9. d’Agosto 1516. di Domenica in lo Monasterio di Santa Maria de lo Carmine venne un Frate di ditto Habito, et al presente andava vestito dell’Habito di Santa Maria de la Grazia, lo quale venne da Lom-

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