Paggena:Circo equestre Sgueglia - Raffaele Viviani - 10 commedie.pdf/44

'A Wikisource.
Chesta paggena è stata leggiuta.
98

Raffaele Viviani


Musica

(Giunge dall’interno la musica caratteristica della «parata», il suono della campana ed il rullo del tamburo. Su questo pedale, le voci distinte di Carletto e di Nicolina che invitano il pubblico ad entrare nel circo).

La voce di Carletto — Andiamo, che si principia!

La voce di Nicolina — Ultimo giorno di nostra permanenza a Napoli! (Si ha la sensazione dell’irrompere del pubblico, che s’affretta all’accaparramento dei posti. Polifonia di voci, di risate, di schiamazzi. Rumori di scranne smosse. Domina sul frastuono la voce di Don Ciccio).

La voce di Don Ciccio — Non vi affollate… Soldi alla mano…

Samuele (rientra trepidante, ma soddisfatto. Ha un attimo d’indecisione: andare o non andare dalla moglie? Meglio no. Decisamente disfa il nodo della cravatta, sbottona il solino, si toglie la giacca).
(Frattanto la musica cessa, mentre s’odono ancora le voci di Nicolina e di Don Ciccio).

La voce di Nicolina — Facciano i biglietti!

La voce di Don Ciccio — Interessantissimo spettacolo!
(Il vocio decresce. La tenda si apre: appare Roberto disfacendo anch’egli la sua cravatta).

Samuele (lo affronta, lo abbraccia, lo bacia ed al cavallerizzo che è rimasto interdetto esclama) - È tornata!

Roberto (si concentra un attimo, poi risponde freddamente) Ah; si… Me l’ha detto Don Ciccio…

Samuele — Sta dint’’a carovana! (Con lo stesso tono euforico di poco prima) «Che hai fatto? Dove sei stata?» «Non mi riguarda!» «Ma senti… Ma guarda…» «Niente!»>. (Orgoglioso) Eh? (Come dire: Che tene pare? Poi, sentenziando) Così si mortifica la donna!

Roberto (scettico) — Eh! E sì arrivato… Samue’, figlio mio… (col tono di voler dire: Come fai ad illuderti, così?).

Samuele — Ma allora tu a muglierema nun ’a saia[1]? Rube’, chella quanno saparrà[2] ca me songo arrepezzato ’e cazettielle,… lle vene n’accidente!

Roberto (con una risatina sarcastica) — Credi?

Samuele — Altro che! (Con tono di dispetto) E io dimane me lavo ’a cammisa[3] e ’o sottocazone[4]… ’A faccio campa’ tre gghiuorne[5] (Esce a destra).

Roberto (gli grida dietro con tono canzonatorio) — Sbattele[6] pure ’e matarazze[7]… Accussi ’a faie muri’ ’e subbeto[8]! (Mormora suo malgrado) Pover’ommo!

  1. nun a asme?: non la conosci?
  2. saparrà: saprà.
  3. cammisa: camicia.
  4. sottocazone: mutande. Anche sottacazone.
  5. ’A faccio campa tre gghiuorne!: la faccio vivere tre giorni! Cioè: le faccio venire un colpo tale da non sopravvivere più di tre giorni.
  6. Sbattele: sbatti per lei: al posto suo.
  7. ’e matarazze: i materassi.
  8. ’a faie muri’ ’e subbeto!: la fai morire di un colpo improvviso!