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Circo equestre Sgueglia

Samuele — Ma…

Don Ciccio (infastidito) — Ah! E allora è inutile.

Samuele — Giusto! (Stringe la mano di Don Ciccio con esagerata effusione di virilità e si mette a passeggiare spavaldo, mormorando) Che he fatto? Addo’ si stata? Non mi riguarda! (Stringe di nuovo la mano di Don Ciccio, che, in cuor suo è soddisfatto della piega degli avvenimenti. Pausa). E essa pecche nun trase, mo?

Don Ciccio (un po’ confuso) — E chella sta dint’’a carovana. Se sta vestenno[1].

Samuele (con un sorrisetto, sforzatamente cattivo) — E già… Chella mo vene, ’o mumento che ha dda fatica’.

Don Ciccio — Nun ’a da’[2] retta. Manco na parola.

Samuele No! (Come dire: Neanche per idea!).

Don Ciccio — Si saie fa’ ll’ommo[3] tu l’adderizze, si no ’a pierde[4].

Samuele (gli stringe ancora una volta la mano, in segno di gratitudine. Pausa) — E… ’o tuscano è turnato?

Don Ciccio — …’O tuscano? Io aieressera l’aggio licenziato. Stammatina ha fatto ’a valigia e se n’è gghiuto.

Samuele (colpito dalla improvvisa rivelazione di Don Ciccio — il quale, resosi conto della sua enormità, è vigile per fronteggiare ogni eventuale situazione — resta un attimo stordito; quindi si sente come liberato da un incubo, e quasi sorride, mentre il suo volto si sbianca. Don Ciccio gli appoggia una mano sulla spalla; ed egli, riavutosi dal suo felice sgomento, mormora) — No.

Don Ciccio (conferma la sua menzogna, ma, questa volta, impietosito) — Si.

Samuele (con uno slancio di commozione bacia le mani di Don Ciccio, che le ritrae istintivamente; quindi lo abbraccia e lo bacia, mentre le lagrime gli solcano il volto patito. Don Ciccio lo conforta. Ad un tratto il clown s’inalbera, s’irrigidisce, assume un aspetto di esagerata forza d’animo e, di corsa, va al secchio e tuffa il volto lagrimoso nell’acqua sudicia per tergerne le stimmate della sua debolezza. Risolleva poscia il capo grondante e, levatosi il cappello, se lo rimette a sghimbescio, parlando con impelo come se rivolto alla moglie) — Che?! Che vuo’?! Che?! Addo’ sì stata? Nun me riguarda! (Sicuro del suo stesso tono, in una nuova euforia di gratitudine abbraccia e bacia Rodi scatto ancora una volta Don Ciccio, prima che questi possa ritrarsi per non essere bagnato).

Don Ciccio (protestando) — Eh!

Samuele (esce a destra, con una risata spasmodica).

Carletto (ricompare dal fondo) — E allora?

Don Ciccio — Jammo ch’è tarde! (Entra nella pista e chiude alle sue spalle le tende del vano centrale, gridando) Attaccate!

  1. vestenno: vestendo.
  2. Nun ’a da: non le dare.
  3. ll’ommo: l’uomo.
  4. pierde: perdi.