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Circo equestre Sgueglia

Carletto (riappare in fretta dal fondo; a Roberto, che si toglie la giacca) — Neh? Che dice Samuele? (Scioglie l’ultima fune che, attraverso la tenda centrale, regge uno dei capi del trapezio).

Roberto — Che ha dda di’? E nu povero malato. Si ’o vide, si è subito rianimato, pecche ha saputo che ’a mugliera è turnata.

Carletto (impolverandosi le mani di talco; con una punta di ironia) — Se invece ’e Giannina, se ne fosse scappata Zenobia… eh? Te fusse rianimato tu!

Roberto (cinico) — E pecche? Io a muglierema ’a voglio bbene.

Carletto (gli urla nelle orecchie) — Vattenne! (Esce attraverso la tenda. Lo accoglie all’interno, un piccolo applauso. L’orchestra del circo suona un valzer).

Musica


(Ancora la voce di Nicolina).

La voce di Nicolina — Avanti, che lo spettacolo è incominciato.

Zenobia (completamente vestita da cavallerizza, entra nello spogliatoio e si avvicina a Roberto intento a guardare attraverso la tenda) — Robe’, abbottonami dietro. (Roberto esegue di malavoglia) Hai visto di che è stata capace quella baldracca di Giannina?

Roberto (per sviare il discorso) — Ccà ce manca nu bottone.

Zenobia — Mettici una spilla. (Se la toglie dalla Mouse e punge la mano del marito).

Roberto (colpito) — Ah! Ma che ssì pazza?

Zenobia — E non lo sai che la spilla è spartenza[1]?

Roberto (ironico) — Mo nun ce spartimmo[2] cchiù! (Con altro tono) Miette ccà, nun me fa’ tucca’ ’e nierves[3]!

Zenobia — Povero Samuele! E dove se l’aspettava una scossa simile?

Roberto (ridacchia) — Eh! Bisogna essere preparati a tutto nella vita! Si deve essere fatalisti.

Zenobia — Eh, è na parola: essere fatalisti. Vorrei vedere che tu adesso, finito di lavorare, avresti la notizia che io me ne fossi scappata. Faresti il fatalista, tu? Un accidente ti verrebbe!

Roberto (sotto forma di scherzo) — Per la gioia?

Zenobia — Non per la gioia, per il dolore.

Roberto Ne sei sicura?

Zenobia — Fai il superuomo, tu! Fai il superuomo! (Intenerita) Perché sai che mai io te lo farei, un tradimento simile. Io, lasciarti? Madonna mia! (Si avvinghia al suo uomo, appoggiandogli la testa sul petto).

Nicolina (apre di sorpresa la tenda, scopre la scena e, con voce scherzosa ma carica di bile) — E facitevelie[4] dint’’a carovana, sti debolezze! Ccà s’ha dda fa’ ’o spettacolo! (Entra nello spogliatoio).

  1. spartenza: divisione. La spilla è spartenza, cioè auspicio di divisione.
  2. spartimmo: dividiamo.
  3. nun me fa’ tucca’ ’e nierve!: non farmi urtare i nervi!
  4. facitevelle: fatevele.