Ans. Comme! chellà voleva ire fora a lo ciardino, e lo...
Bar. E voi dovevate prenderla per un braccio e ricondurla sopra; capite, signor mammalucco! Vieni qua, Giuseppina, dì la verità al tuo padrone; sei invaghita di colui, eh?
Giu. (abbottando gli occhi) Che ddicite...
Bar. Tu sei diventata rossa...
Giu. A mme.’. gnernò, vnje sbagliate...
Bar. Non isbaglio no, non isbaglio: i tuoi occhi m’ accertano di tutto: via, via, non è poi disperato il caso... si vedrà di finalizzare...
Ans. Checcosa... viye che ddicite...
Bar. Zitto, diavolo f
Ans. Ma che zzitto e zz^lto...
Bar. Giuseppina, io ti do la mia parola di farti sposare Uonsiù Fricassè al più presto possibile.
Giu. Oh che ppiaceret che lo Cielo ve pozza fa allunga no parmo a lo juorno... ’
Bar. Graziè dèi buono augurio.
Ans. (tra sè) (Vi sto viecchio comme vo essere acciso!) Ma vitfe non conoscile ntrinsecamente chi è cchiilo signore; non se sa chi soaco li geniture suoje...
Bar. Io... iò non so niente, e so tutto. Voi non sapete quale sia la sua sobria condotta: quindici giorni fal’lio conosciuto nel caSedel Greco, ed bo scrutinato.isuoi pensieri in modo tale che si è rèso degno d’ entrare liberamente in. questo palazzo e disegnare nel mio giardino. Avrebbe potuto godere tal privilegio senza che io mi fossi persuaso del suo essere, e della sua condotta? corpo di Giulio Cesare! sapete che io sono vivo per colui?