Giu. Comme) vuje Che ddloile? site vivo pe mmon-’ zìi Fricassè?
Bar. Precisamente: giorni scord io transitava lungo la strada di Portici; dal palazzo dei duca Terraferma òsci jreementemente la’ soa carròzza/ed in on baleno mi vidi nell’imminentè pericolo d’essere calpestalo da quegl’indemoniati destrieri; tnonsieor Fricassè si trovò pèr azzardo dietro di me, e nel darmi una «spiata e gettarmi oel muso per terrai fu un punito solo; egl’invece si eeposèalcimento e se il vetturino non era lesto a frenare i lacci, ne sarebbe a qnest’ora rimasto vittima. Ecco, non è colui un ottimo giovane? non si conosce apertamente che ha buone viscere?
Giu. (ad Ans.) Non si conosce che colai ha buone viscere?
Ans. Avrà fatta la enra de le ruà!
SCENA II.
Bernardo e detti.
Ber. (dal di dentro affittandola pronunzia efvn parigino "j Diable! questa non è creanza!... ve io dico miUe volte; io non ho soggezione di montar sopra e prendervi a schiaffi...
Bar. Che eos’.è?
Ans. (mette la testa al di fuori del cancello) E flomoozù Fricassè «be pparla co la gente de lo piano de coppa.
Ber. (comparisce dal cancello coti abito da viaggiatore, lunghi baffi, cartiera fra mani, ed oggeUidipUtmra)^otb\ii\ mi hannorovinato!
Bar. Che eos’ è caro mio?
Giu. Che cos’ è caro mio?