Car. No, non aggio visto niente ancora, ma...
Ans. Ebbene risolviamola così, io ritorno tra breve; tu escogita, senti eoo attenzione tutto ciò che dice, ciò che fa il dottore, e ad ogni notizia avrai quel che ti ho promesso.
Car. Nbn ce penzate, lassate fa a mme.
Ans. Dunque ci siamo intesi, (uscendo dice tra sè) (Luigi, se giungo a sorprenderti,ti stròzzo come va fatto!) (via)
Car. Ogne risposta no carreniello! a tte Cariuccio, appizza, li rrecchie ca mo è lo tiempo de fa denare pe te rinforzà la cascia battente, (via per la porta dimezzo)
SCENA VI
Faustina, indi Pulcinella, in fine Roberto dalia porta d’ entrata.
Fau. (dalle stanze a dritta) Esce Io miedeco,- a tte Faustina, mo è lo tiempo d’acchiappane la grazia de chillo schiecco d’ atnmore. (siede abbandonandosi)
Pul. (comparisce dirigendo il discorso all9 in terno dette stanze) Va bene, va bene: tornerò con altre cartelle e v’ incartellerete. Oh! che smiccio! la serva in atto di svenicolamento! (guardandola) Cancaro! malata e bona ha deldioretico.
Fau. (sospirando) Àh!
Pul. Perchè sospireggiate?
Fau. Tenco na malatia che mm’ ha levato l’arrepuose: vedile, vedite, la stessa faccia ye io ddice.
Pul. No do, cara: per me ti dico che secondo Aristotile > la faccia tua po scognà pigne!