Pan. (con premura) Sè? e ch’ha fatto?
Pul. A ccena, a ttavola…
Pan. Che ha fatto ne?
Pul. Ha mangiato con la bocca.
Pan. Ah, ah, ah! e ccomme aveva da mangià?
And. Voi chi siete? (a Pul.)
Pul. Io sono il primo maggiordomo, cameriere, servitore, cocchiere, e muzzo di stalla della signora.
And. Vi comm’è pastuso: ha principiato co mmaggiordomo ed è ffènuto a mmuzzo de stalla.
Pul. Se volete la carrozza per voi, vi è quella indorata a oro infuso.
Pan. No, no; non tenco uso de ire ncarrozza.
Pul. Ma adesso dovete andarci per forza’.
Pan. Pe fforza? quanno non ne tengo genio…
Pul. Non avete genio, ma ci dovete andare per necessità… Uh! uh! vualà, tutte lo compagne della mia signora.
SCENA ULTIMA.
Vengono dalla dritta Marianna, Lucrezia, ambedue in vestiture galanti; indi Nicolino e Notaro, in fine Rosina, vestita come nell’atto terzo con maschera, Maurizio travestito come prima, Carminella e detti.
Mar. (guardando con lente Andreuccio) Ah! questo è lo sposo? bien, bien!
Luc. Bien, bien!
Pan. Chi sono queste belle signore?
Mar. Io la Contessina Fegtel.
Luc. E io la Baronessina Cratel.
Pan. (a Pul.) Nientemeno! la Contessa Fegaliello, e la Baronessa Curatella?3