Paggena:Altavilla - Duje figlie gruosse e uno piccerillo.djvu/68

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- 68 S C E N A III.

Atra Càmera in caia det Bibonr con por la in mezzo e due in fondo lateralmente.

(Il Barone introduce Pangrazìo dalla porta di mezzo quindi Raimondo,, in Jìne Anselmo)

Bar. Dunque la signora padrona Errichetta vi ha mandato oa biglietto?

Pan. Già.

Bar. Per chi; se è lecito?

Pan. Pe no piccerillo the non lo conosco; non salo mJ ha ma ó nato no biglietto, ma anche questa collana d’oro. (mostrandola sospesa al suo giustacuore)

Bar. (sorpreso tra tè) (La collana da me donata ad Errichetta!... oh rabbia d’inferno!) (con ironia) Bravo bravo!..

Pan. Mastro de casa mio, tu rame.pare Che staje mancianno limoncella piccole!

Bar. Adzì, ho molto piaperè! (seguitano a parlar sotto voce)

Rai. (dalle stanze interne) (Eccoli, ci siamo; questo tavolino è a proposito.) (fi ceto sotto il tavolino coperto da un tappeto che travasi nel fondo)

Ans. (cava ta testé dalla porta di mezzo, guarda Pangrazió che dialoga col Barone e dicé ita sè) (Mo, mo: chistó è lo tiempo.) (via)

Bar. E qual’è la vostra intenzione per 1» mia padrona?

Pan. Di sposarmela quanto chiù ppriesto pozzo.

Bar. (tra sé) (Sposarla! Costui ignora ch’Erri