Paggena:Altavilla - Duje figlie gruosse e uno piccerillo.djvu/41

'A Wikisource.
Chesta paggena nun è stata leggiuta.
— 41 —

quando verrò non,avrai V’ derffli docile, no... mi vedrai un taOM, 0cisissimo leone!.. Barbara j ^

questo il bene-che mostri ai sàcrifiii fatti per te?.. cosimi avvilisci, cosrim a4dol<m, co i sì mi tormenti! „ Dunque e delitto Momattdare i segreti di suà moglie?.. ttou par più, no... non parlerò più. •

Err. (tra sé) (Pòvero vècchio » fri

Eug. Paria mio, tiou piangere, ^UritneBtifarai

piangere anche'me! La mamma,e’n c,. »

perehè tu non hai voluto comprarle la «o

bla ed il tamburo come bai fatto eoo ^9’.

ifer. Eh! ci vuole altro che tamburo!., spiet&ussi ma;consòrte!...

Err. Basta, basta: non più lamenti,, non più spaa mi,amatissimo mio vecchietto! (con insinua zione) - ■ (,

Bar. (vezzeggiandosi) Ab, ab, ah.

' • S 6 E N A vi. •.

’ ' LORENZO,PlH.CIN&LLA.£Éfe//i.

Lòr. (mostrandosi) Alla fine si è ottenutoti piacere di rivederli dopo 12 anni, amabilissima mia nipote.- Err. (sorpresa) Voi!!!.

• Lor. -Si, eccomi fn carne ed.ossa per abbracciarti, e far la degna conoscenza del tuo buon Consorte. '.; ' Err. Quando siefe qui giunto?,

Lor. Contano ptoctii minuti. '

Bar. Olr bravo J'bravo davvero! (ad Erri.) E desso lo zio di cui mi hai fatta sempre parola? Err. Precisamente.