Paggena:A scarreca varrile ossia No bastone chiacchiarone.djvu/8

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P. PAOL. A Roma… pecchè po essere che le vene lo golio ’e te vení a trovà.

BON. Seh. bravo; e siccome io non voglio restare con lei in debito le porterai chisto astuccio ’e brillanti… pare che così si calma subito per la mia perdita.

P. PAOL. Chella le dispiace che perde li riale no a te. Ah! quanto sarria meglio che li disse a mogliereta!

BON. Capisco. ma per levarmela dai piedi. Va spicciate ca non c’è tiempo da perdere, va te vieste.

P. PAOL. Lo bi ccà… a proposito, e si non me dice addo sta de casa.

BON. Dinto a lo scatolino, nce stà lo ndirizzo.

P. PAOL. (lo apre e vi trova lo scritto) Seh, lo vi cca: Catarina Scorchiglia… guè vi che cognome, invece de chi nce volarria nu e faciarria scorcoglia. «Strada de Chiaia 23». Va buono aggio capito.

Francesca, indi Giulietta, Amalia, Gasparrone e detti.

FRANC. (Traversando la scena, va alla porta di Giul. e dice) Signurì, ccà stà D. Amalia (via).

BON. Moglierema! zitto, astipete l’astuccio!

P. PAOL. Lassa fa a me. (nel conservarlo se lo fa cadere e per afferrare lo spinge sollo il divano).

BON. Uh! (volendo prendere l’astuccio si bassa e da una testata a P. Paolo.)

P. PAOL. Ah! la capa.

BON. La scatola… Ah! la fronte… Uh! zitto!

AMAL. (sorte e va a baciare Giulietta).

GIUL. Amalia mia… Oh come stai simpatica stamattina!.. Dove vai?

AMAL. Comme non te l’ha ditto Bonifacio. Iammo all’accademia… E tu non vieni?

GIUL. No, grazie, non sono preparata. E poi stamattina non potrei star seduta… ho un’attacco di nervi…

P. PAOL. (c. s.) E quanno maie stanne cujete vorria sapè.

BON. (guardando per poter prendere l’astuccio). Addo diavole s’è mpezzato?…

AMAL. E che ti è successo? ti senti male? (seggono a destra dirimpetto il divano).

BON. Niente, niente, un piccolo attrito, causato da un male inteso.

P. PAOL. (Ante che antrite, sò noce de Sorrento!)