me fa j ngalera a me, ’o vì!) Si dissero delle parole improprie, tanto lui a lei, che lei a lui, alleluja tutt'e duje.
Raffaele — Va bene, 'o capito, jateve assettà!... Va!
Gaetano — Grazie, Sig. Ministro.
Felice — (Che ministro? Presidente.)
Gaetano — Grazie, Sig. Presidente.
Felice — (Cavalier Presidente).
Gaetano — Cavalier Presidente.
Raffaele (gridando) — Assettateve! (Gaetano siede spaventato) «Dorotea Papocchia».
Dorotea — Presente (s'alza).
Raffaele — Avanti.
Dorotea — Eccome ccà (s'avvicina).
Raffaele — Giurate di dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità.
Dorotea — Lo giuro.
Raffaele — Che sapete voi di questo Sig. Sciosciammocca e sua moglie?
Dorotea — Sig. Presidente, io nun ’e cunosco.
Raffaele — Come? E non sapete niente.
Dorotea — Niente, proprio niente.
Raffaele — E allora perchè ci siete venuta?
Dorotea — Perchè voi mi avete chiamata, (esce l'usciere). E poi sono venuta per dirvi che mio marito mi tradisce pe na Carcioffola! (gridando ) Ma io nun me stongo, Sig. Presidente, io le scippo tutt’’a faccia.
Raffaele (suonando il campanello) — Pss... silenzio., basta.
Usciere (pigliandola pel braccio per farla ritornare al posto) — Pss... prego... signò... silenzio...
Dorotea — Ma Sig. Presidente, noi siamo tutti qui per essere giustiziati.
Felice — (L’ha pigliato p’’o boja!).
Dorotea (a l usciere) — Vi comme stregna, ’o vì, miez’ammuina se vuleva piglià ’o passaggio!
Usciere — (Mannaggia mammeta!), (Dorotea ritorna al suo posto e l’usciere via e poi torna).
Anselmo (alzandosi) — Sig. Presidente, que...questi ci ba... ba... bastano, gli altri te...te... testimoni si po...po... possono inter...rogare do...dopo... (Raffaele cerca parere ai Giudici, e al P.M. i quali con cenni approvano. Poi Anselmo à la parola, e chiama l usciere). Usciè ’a toga!
Gennaro — Neh, ma io aggia j ’a puteca.
Gaetano - Statte zitto!...(l'usciere ritornando con toga sul braccio, bottiglia d'acqua e un bicchiere nel piatto).