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ATTO SECONDO
Pasquale (le da l'orecchino) — Vedite si è isso.
Dorotea — Oh! È propito luio!
Antonio — (Buh!)
Dorotea — Eh!... Adesso vi spetta la mangianza.
Pasquale — (Mo m’à pigliato pe nu cefaro 'a signora).
Dorotea (caccia dalla borsetta 2 lire, e conserva nella medesima l'orecchino) – Tenete. Queste sono due livore.
Antonio — (E cecoria!... S’è proprio appiccecata c’’a grammatica!).
Pasquale — Grazie tanto.
Dorotea (alzandosi) — Neh, ma quà com’e curioso.
Antonio — (Vi chi parla).
Dorotea — Quà, forse, è il porcoscenico?
Pasquale — Sissignore, il palcoscenico.
Dorotea — E potrei trasire?
Pasquale — Nonsignore, là, non si può trasire.
Antonio — (Siente lloco siè!).
Pasquale — Llà trasene sule chille d’’a cumpagnia, si trase quaccheduno estraneo, io pago la multa.
Dorotea— Oh! Allora me ne vache.
Antonio — (Statti bona!)
SCENA IV.
Emma e detti.
Emma (dal fondo) — Oh! Sig. Antonio. (strette di mano).
Antonio — Pregiatissima signorina Emma.
Emma — Che fate quà?
Antonio — (con molta passione) Attendeva voi.
Emma (ridendo) — Ah! Ah! Ah! (poi chiamando) Pasquale?
Pasquale — Comandate?
Emma — Sono venute mie lettere?
Pasquale — Sissignore, una, eccola quà (la prende dal tavolo e gliela dà. Emma l’apre e legge sotto voce).
Dorotea (a Pasquale piano) — Neh, scusate...questa chi è?
Pasquale — È la 1ª ballerina.
Dorotea — Ah! chesta è chella che aieressera ballava cu chillo bello figliulo? E comme va? S’è cambiata. Aieressera pareva na fata...’a verità? Di mattina non troppo mi piacquò!
Antonio — (Vi si ’a fenesce cu chella lengua).
Emma (terminando di leggere ridendo) — Ah! Ah! Mi si propone una scrittura per la Grecia senz’anticipo, dovrei essere pazza.