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Paggena:Teatro - Salvatore di Giacomo.djvu/405

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atto secondo

Assunta

(gira dietro la tavola. Si accosta alla vetrata e guarda fuori. Rientra. Cerca con gli occhi il cappello che Michele ha lasciato sul comò. Apre la porta del pozzo e lo butta giù, e rinserra. Il mormorio s’avvicina. Ella presta orecchio. È decisa. S’avvicina al lume e lo spegne. Nella stanza si fa l’oscurità.

Improvvicamente appare sulla soglia, col revolver in pugno il brigadiere. S’arresta. Dietro di lui è la folla che vorrebbe entrare e ch’egli rattiene.

Il brigadiere

Nu lume! Nu lume!... (Accende un cerino, si china sul cadavere. Lo illumina col cerino) E chisto è isso...

(Il cerino si spegne. Un uomo arriva con un lume)

Il brigadiere

(accende un altro cerino e lo leva)

Iammo!... Nun facimo scherzetti!... Chi è stato?...

Assunta

(s’avvanza, pallida, decisa. Si mette la mano in petto. Con voce chiara e commossa):

Io... brigadié...

(Mormorio nella strada)