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Paggena:Teatro - Salvatore di Giacomo.djvu/211

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atto unico


Luigiello

(terrorizzato, impiedi sul suo letto)

Mamma mia!... Nun l’accedite!... Nun l’accedite!...

I carcerati fanno per avanzarsi. Don Giovanni si leva col coltello in mano, e li affronta. Peppe è rimasto steso a terra. Romore interno di gente che accorre.

Don Giovanni

Nisciuno se muvesse! ’A causa è giusta. (indica Peppe col coltello) St’amico ca vedite ccà nterra m’aveva offeso ncopp’a l’onore! Mm’è custato se’ carrì... (Entrano dalla porta che si apre in fretta, don Peppe e i secondini. Luigiello indica don Giovanni). Tanto valeva!... (Getta il coltello. È afferrato e trascinato via. Rimangono dentro nel camerone due secondini che tengono in rispetto i carcerati).

(Gruppo silenzioso e terrorizzato intorno al cadavere. Rafele si china, lo tocca, si rialza, allibito).

La voce di Sarcenella, come quando s’è levata la tela, dal camerone lontano, più lenta e più triste:


A San Francisco
     mo sona ’o risveglio,
     chi dorme e chi veglia,
     chi fa nfamità...

Durante il canto la tela comincia a scendere lentamente. Essa cade sul palcoscenico alle ultime parole della strofa.

Il gruppo dei carcerati rimane in azione muta.