L’ambiente va raffreddandosi. Tutti sono un pò impacciati. De Muro volge le spalle a Vicenzella, fingendo di accudire a qualche cosa.
VICENZELLA
(con affettata gaiezza, chè non riesce a nascondere la sua profonda emozione, corre or dall’uno or dall’altro: vuol cattivarsi gli amici, per ritrovare, poi, il cuore di de Muro. Getta le braccia al collo di Antinori, e canticchia, con un fil di voce:)
Oh, buon Marcello, aiuto,
aiutatemi voi!
ANTINORI
(che non riesce a trattenere un:)
Cos’è accaduto?
(sorride a mala pena, si carezza la barbetta, e va verso la finestra, in fondo)
VICENZELLA
(rivolgendosi a Gigante:)
Tu ’o ssaccio — va bene: tu nun me può vedè, — e pure io aggio penzato a te: t’aggio purtate duje sigare furastiere.
(fa per cavarli dalla borsetta)
GIGANTE
(aspro, volgendole le spalle:)
Grazie, nun fumo.