Paggena:Teatro - Aniello Costagliola.djvu/69

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Don Pellegrino (solleva il foglio alla luce della lanterna, e legge con voce monotona, staccando le sillabe, or sospirando, or soffermandosi e contemplando fugacemente di sopra gli occhiali l'attitudine del giovine, ora scrollando il capo, in atto d'indulgenza, di sdegno, di pietà, a seconda delle sensazioni che suscita in lui la lettura:) — « Caro figlio mio, ti scrivo questi pochi righi, col permesso dell'Illustrissimo Signor Direttore, che mi ha concesso questo sfogo per la mia buona condotta. (Una pausa). Caro figlio mio, tu non puoi accanoscere le pene dell'Inferno che mi rattrovo. Oggi fanno giusto dieci anni che io... che io... (Non interpreta subito la parola, e solleva ancòra più il foglio acuendo lo sguardo verso la fiamma della lanterna)... che io sto assaggiando morte e passione, più di Nostro Signore Gesù Cristo, quando sulla Croce faceva sìzia sìzia, e gli diedero a bere l'aceto e il fiele. (Una pausa. Un sospiro). Povera Rosina! Era innocente come l'Immacolata Vergine, sempre sia lodata! E io mi macchiai del suo sangue queste mani, che me le asciugo sempre perchè me le sento ancora come se fossero bagnate di sangue (La sua voce ha un lieve tremito). Quelle tre botte di triangolo mi trapassano ancora il mio cuore da parte a parte, ogni volta che ci penso, figlio mio!»...
Serafino (è preda di uno spasimo ineffabile. Più si raccoglie su lo sgabello, e preme il mento contro il petto, per contenere il pianto irrompente. Le sue mani stringono con moto convulso le ginocchia, e sono scosse da un tremore implacabile. In un singhiozzo, geme, con voce appena sensibile:) — Mamma mia bella!...
Don Pellegrino (è commosso; di dietro il cristallo delle lenti, i suoi occhi brillano. Accenna a dir qualche parola al desolato; ma non sa e non può. E continua a leggere sforzandosi di rasserenare la sua voce:) — « Io ti scrivo sempre le stesse cose, perchè sono sempre lo stesso i miei patimenti. Ma non deve trovare né requie né pace quel mostro che ci ebbe la causa e la colpa, che non potette arrivare ai suoi scopi con Rosina, e cacciò la calunnia infame, come si chiarì al pubblico dibattimento.