Paggena:Teatro - Aniello Costagliola.djvu/194

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Ha un brivido. Tenendo stretti per mano i piccini, si avvia verso il fondo e si ferma presso il canterale. Indicando il cielo, chiaro nell'alba:) — È ghiuorno... Papà va a faticà... Mala iurnata... e fatica pesante stammatina!... Papà ha da saglì 'n cimma a na muntagna... àveta... àveta... àveta. (Con ambo le mani accenna al soffitto. I piccini volgono in alto gli occhi sgranati). Ha da saglì 'n cielo, stammatina, papà... E po cadè... (Quasi inghiottendo le parole:) E po... murì...
I due ragazzi (con uno schianto di terrore, avviticchiandosi a lui:) — Papà?!
Michele (subito, con un sorriso spasmodico:) — No... No... È niente... È niente... Papà è tagliamonte... E 'o tagliamonte... (Non completa il suo pensiero, e descrive col gesto il precipizio della caduta da grande altezza. Poi, senza interruzione:) Ma... nun è niente... (Si scioglie dalla stretta filiale e dispone i due piccini, in fila, dinanzi al canterale). Addenucchiàteve cca... E dicite n'avummaria a San Bicienzo... pe papà.
I due ragazzi (si inginocchiano e levano le manine congiunte verso l'effigie del Ferreri. Si odono appena le loro vocine oranti:) — Avummaria... graziaprè...
Michele (si piega sui suoi figliuoli e li bacia, una volta appena, e l'uno dopo l'altro, su la fronte. Poi si stacca dal gruppo e si avvia verso l'uscio di scala. Giunto sulla soglia, si sofferma. Il pianto gli fa nodo alla gola. Vorrebbe ritornare ai piccini; ma con un supremo sforzo di volontà costringe l'estremo desiderio. E si lancia di corsa, come folle, alla porta, ed esce. Dopo un istante si ode ancòra il rumor precipitoso dei passi di lui sulla scaletta di legno che conduce al terrazzo).
(Qualche istante di perplessità).
(Ora, i piccini pregano silenziosamente).


SCENA QUARTA.


Carmela, i due ragazzi.


Carmela (richiamata dal rumore che suscita nel