Paggena:Teatro - Achille Torelli.djvu/68

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to e veniva, non e’erano i «olili muratori; is per di più, dice il proverbio che chi asino è c cervo si credo, al saltar delle fotwu’ J’c ne avvede; quindi i| persecutore non avendo le ganiln? del perseguitato, al primo salti» era caduto ballando il capo in un sasso; ed aveva perso i sensi. — Ma come, a volte, da un capo alTaltro della medesimo via. un ferito a fior di pelle dtvcnla ut» morto passato da parte a parte, cosi ora lutti aggiusta vari fede al racconto di quel ragazzo della taverna, il quale, da lontano, s’era immaginalo di vedere una lotta delle più accanita ira Gennarino e il brigadiere. E latito più l’aveva descritta quanto meno l’aveva veduta. E poiché il brigadiere non era tornato ancora in sè, nessuno, se non Gennarino era in grado di rimettere a posto le cose. Intanto n’era venuta fuori la storia delle sua seconda prodezza, che Ciccillo dava per vera e per sintesi del proprio racconto:

— Quest’ anima dannata, dopo un’ora di combattimento, è slata capace di strappare la sciabola di mano al brigadiere e di dargli tale una piattonata in capo da farlo cadere, privo di sensi. nella fossa più colma d’acqua, manco a sceglierla apposta!

— die diavolo dici?! — urlò Gennarino, che aveva già ten tato di metter bocca a protestare, ma s’era trattenuto, perchè Teresina (mulinando un’idea) lo aveva tirato ogni tantino, inculcandogli di tacere: — Ma volete addirittura farmi andare in galera? — soggiunse ribellandosi alla sua tiranna.

—^Alla larga! Di fuori un agnello... — disse lo Zio Prete.

— E di dentro un Icone! terminò Ciccillo. -— Era nato per essere dei nostri!

— E la fine dell’agnello volete davvero che faccia! Fra me, che correva avanti, e il brigadiere, che mi perseguitava, e’era la distanza quanto da qui alla caserma di faccia! E io mi voltavo appunto a guardare, quando lui il brigadiere inciampò e cadde... Lo vidi battere m un termine e far poi un patatunfete nell’acqua... E non ostante che volesse arrestarmi, non vedendolo più, sentii.,• «entii qualche cosa in petto... una pietà... E se non ero io a ritirarlo, per una gamba, dall’acqua sarebbe morto affogato col capo nel fosso!

E poi? — domandò commosso Don Tito carezzandolo.

E poi... poi... ognuno per sè e Domineddio per tutti... E lo avevo lasciato senza sensi sulla sponda del fosso, quando un altro stringimento di euore mi prese: se tornando in sè, avesse fatto qualche movimento c fosse ricaduto nel fosso?...

— Bravo Gennarino! bravo! — esclamò Don Tito, mentre alle ragazze s’i numidi vano gli occhi per la tenerezza.

— & pei piedi lo strascinai lontano quanto da qui al pozzo.

— E poi/ — domandò Oiccillo con aria incredula.

— E noi.... se non facevo presto a pensare ai casi miei, nessuno certo sarebbe venuto a tirar me fuori dal carcere!’.’ Ed ecco perchè, fonse« quel ragazzo, vedendo mo di sopra e il