_ Eccolo! — disse il reverendo mettendo finalmente la
mano sulla sua canna di Spagna.
E lui, Donato — continuo Gennarino — portava appunto spezzata la canna di Spagna di Batticola, perchè prima gliela aveva strappata di mano e poi gliela aveva rotta .sulle «.palle — I/lia bastonato?! — domandò don Tito aprendo tanto d’occhi, mentre’ Filomena, trepidando, portava le mani alle tempia e Teresina mormorava: — Ah, Madonna!-.
— E credo anche che gli abbia rotto qualche cosa — soggiunse il giovane.
— Ci ho gusto! — esclamò Teresina di scatto.
E cj ha gusto1 tutto il rione — ripigliò il narratore: —
E quelli a cui faceva paura, ora clic è scornato, ne dicono corna a voce alta per ogni dove.
Ad albero caduto!... — brontolò Portogallino torcendo la bocca per segno di avere a schifo la viltà umana, pronta a calpestare i caduti, tra i quali lui metteva, in prima riga, se stesso.
— E non siete restato a guardargli le spalle? — domandò con batticuore Filomena.
— Le spalle? a chi?
— A Donato!
— Ma... avevo da^ pensare ai guai mìei...,
— E qunl’è il guaio che ha passato lui? Donato?
— Quello di perdere i galloni.
— Di che maniera?
— Se si appura che s’è vestito da borghese per rompere un braccio a Batticola, che è il capo elettore del Deputato....
— Ah, se si appura! — interruppe Filomena mandandole col gesto alla malora: — E prima che uno sia malato lo dat< per morto!
— Non riflette a quello che dice! — mugolò Teresina ten tando di scusarlo.
— Ho una iettatura addosso!...
— E buttati in mare! — gli suggerì lo scaccino.
— Buttatevi voi! — urlò Teresina rivolgendoglisi cont come una serpe calpestata.
—. Che colpa ho io? — domandò Gennarno, con le ms <airinsù e le dita aggruppate a pan di zucchero: — Zio Pre ci credete voi alla iettatura?
— Più che a, Dio! più che a Dio — scattò a dire il pr dimenando in aria le braccia.
In quel punto Ciccillo, che aveva trovato aperta la; po s’inoltrò nella stanza gestendo con la dritta fasciata e tpeen
— Salute a tutti! e innanzi tutto, un bacio alle mani di Prete! — Poi, volto a Gennarino, quasi che questo aves/ rifarlo d’un tanto, soggiunse: —■ Mi fai il piacere di dh’nv