frn II- ifrnccin «Ifllf omichc, le quali slnllav;1no ammonendo gli «l"ri iniiiilinoiilo: - Finitela! Finitela’ Volete davvero che le
venga un male?!
— l’n pò d’acqua! un pò d’aceto! — implorò Teresina.
— Zitto, Gennarino! non parlar più! — batteva e ribatteva Francesca come una campana a martello.
— f’tic tii possa morire senza sacramenti! — giunse a dirgli il Prete, che vedendo la nipote quasi arrovesciata su d’un braccio della Francesca, dava addirittura in escandescenza.
— Vi aspetto fuori! — ammiccò Batticola a Donato, che gli rispose all istante: — Mi inetto da borghese e sono a servirvi dove vi pare e piace.
K andarono via appunto quando Filomena ebbe tanto sentimento da capire perchè andassero; sicché emise il più acuto dei gemiti e prese a strapparsi i capelli da disperata.
— Vedi c’hai fatto! vedi che rovina! — piagnuccolava lo Zio Prete contro Gennarino. premendo le mani al cranio pelato.
— Teneteli! — scongiurò la nipote: — Non li lasciate andare!
— Xo, no! non aver paura!...
— Donato mio! Donato mio!
— Maledetta la morte clic ll0ll t.j porta via! — imprecò Don Tito, sempre contro Gennarino! che. da canto suo, non smetteva, s’incaponiva a voler dire le sue ragioni a tutti. — E Ciccil lo fu come la scintilla che produsse lo scoppio finale, perchè andò bruscamente di faccia a faccia a dirgli: — Ma siete un uoniq voi o un animale?
— Voi almeno avete bisogno di domandarmelo, — obbiettò l’altro.
— Sarebbe a dire?
— Che da quando lio Fuso di ragione‘vi so per un animale!
—’ Una pecora come voi?...
— Una pecora arrabbiata è peggio d’un bufalo stizzito!
— Usciamo!
— Avviatevi!
— Madonna! — invocò allora con schianto Teresina palpi andò per Gennarino; e abbandonò l’amica tra le braccia dell: 7rancesca; la quale, palpitando anche lei per Gennarino, po© nancò che non la lasciasse cascare a terra.
— Ora moro anch’io — gemè la prima.
— Gennarino, non andare! — gli gridò dietro supplicane a seconda.
— Mi avete uccisa... Mi avete uccisa... Mi avete uccisa.•• liceva intanto Filomena con le braccia pendenti e il capo ingiù, senza vibrazione, a brevi pause, come i battiti di u LHla monotona.