— I)i che lio bisogno?.... Di una veste?.... Lasciami, avanzo di forca!... Mi vorrebbe acquietare con una veste! Non mi tenere, figlio di mala femmina...
— Andiamo, non la fate più lunga — tentava lui di rabbonirla; e in sentirsi dare del figliuolo di mala femmina ebbe an cora la generosità di fermarsi col pugno a un dito da quella bocea velenosa...
— Va. ringrazia Dio che sei vecchia!
— Farò veder io questa vecchia! Vogliono buttar Tosso al cane per chiudergli la bocca! Vogliono tenermi a chiacchiere!... Una veste?.... Hanno da esser ducati! ducati, non lire...
Intanto Filomena ritornava, mandando il passo innanzi e l’occhio indietro a guardare se capitava qualcuno; e, ora tenendo lo sguardo in Mariantonia, ora spiando in casa, prese a dire convulsamente:
— Tenete: questo è il casscttino delle mie gioie: vi son dentro le mie rosette di perle, il laccio d’oro di zecchini, le buccole d’amatista, l’orologio con la catena... Voglio solo ritenere l’anello di mamma: solo quello!... Prendetevi tutto il resto, tutto, ma lasciatemi Donato!
La megera, che non credeva ai suoi occhi, e Gennarino ammutirono.
— Meglio questo che nulla... per ora — brontolò la primaE abbrancò la cassetta, come il Diavolo avrebbe fatto d’una anima.
— Che intendete di fare? — uscì a dire Gennarino e mise le mani sulla cassetta, per contenderla alla vecchia, che gliele avrebbe morse, se avesse avuto denti: — Se lo Zio Prete l’appura ne viene il finimondo!
— Non ve ne date pensiero! — s’affrettò a rispondere la giovane, mentre invece temeva appunto che capitasse lo Zio; e perciò spingeva la vecchia alla porta, sembrandole mill’annf che andasse via: — Andate ora, andate! Non vi fate vedere!
— Ah stregai
— Lasciatela andare, per carità!
— Da vero ti prendi il cassettino?
— Gennarino fatelo per pietà!
— Mi ti vorrei mangiare a morsi!
— Se tu avessi denti!
E, per atto di malìa, ella mise fuori la lingua di lato, come fanno le lucertole, quando i ragazzi le ammazzano a sassate: per cui, in vernarolo, si dice che la lucertola, sporgendo così la lingua, mena la fava (1) a) suo uccisore, cioè si vendica avventandogli una malia, per la quale prima o poi, gli verrà sopra un malanno. Gennarino, da quel vero napoletano che era, trasalì, fece le corna con tutte e due le mani brontolando impaurito i
(i) I] modo di dire derivò forse dall’uso antico di dare il voto con le fave.