Egidio Romualdo Duni, fu compositore fecondo, ma non originale, di operette buffe. Tuttocchè privo di genio, riuscì a farsi largo e talvolta anche a trovar fortuna, per quanto effìmera, con una certa faciltà di vena melodica, e sopratutto con quel savoir-faire, che consiste nell’accomodarsi al gusto predominante e nel seguire la moda. Giovanissimo, al pari di Pergolesi, di cui era coetaneo, scrisse con successo parecchie opere comiche, tra le quali: Il campanello, "I mietitori", "La Lattaia", "Il Nerone". Lavorò, poscia, molti anni a Parigi, e quivi morì.
Francesco Feo, egregio compositore di musica, nato in Napoli, probabilmente verso il 1685.
Non ultimo dei titoli suoi, fu quello di essere stato anche uno dei maestri di Giambattista Pergolesi.
Don Raimondo di Sangro, principe di Sansevero, seguendo come nelle lettere e nelle arti il gusto dell’epoca, cercò anche nelle scienze di raggiungere il massimo effetto e di destare la meraviglia del pubblico. Tuttavia bisogna riconoscere che, per i suoi tempi, egli fu fisico non volgare, e godette, veramente, di una fama europea. Così lo si vide talvolta andare pel golfo in vettura, avendo egli (scrive l’Origlia, suo contemporaneo) "architettata una carrozza compita, da camminare per mare co’ suoi cavalli di sovero, guidati dal cocchiere, e col servidore indietro e tutta simile a quelle che vanno per terra, situando al di sotto dei marinai che voltano le ruote fatte con i raggi a foggia di remi".
Laura Monti, celebre cantante di quei tempi. Le volte del Teatro S. Bartolomeo, risonavano ogni sera del plauso che il pubblico, entusiasta, prodigava a questa sua prediletta.
Fu la prima interprete della Serva Padrona, con un successo che rimase memorabile.