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Paggena:Rimatori napoletani del Quattrocento.djvu/62

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[1]
Finera honne mio male
honno affanno hon(n)e dolore
Et om(n)e cosa mortalo
Cauo l'anima oscera fore. [2]

  1. Nel 1497 a '20 giugno otteneva dulia R. Camera della Sommaria prov- Yisione con cui è stato accettato il suo diritto riguardo a Io puczo contro i vassalli di Io loco de Serpico, in provincia di Avellino. (Ri- gistro Partium della R. Camera della Sommaria, n. 43, un. 1497, f. 40). Poco dopo esso Francesco mori, poichò a '2 oitobi * e dello stesso pno 1497 Luigi Capece Galeoto, patrizio napoletano, ottenne rinvesti- tura dal Re Federico del castello di Serpico, che dal detto Francesco era stato assegnato alla sua flgliuola Ippolita in dote ^ in occasione del matrimonio con esso Luigi. (Quintemione 15, fol. 109 a 115). Dalle testimonianze, citate in una consulta de '51 agosto 1508 della R. Camera, presentata al Viceré don Giovanni d'Aragona per la diData Investitura, rilevasi che il detto Francesco Galeoto contro i vassalli suoi de Io loco de Serpico, in provincia di Avellino. (Re- gistro Partium della R. Camera della Sommaria, n. 43, an. 1497, f. 40). Poco dopo esso Francesco mori, poichò a' 2 oitobi*e dello stesso pnno 1497 Luigi Capece Galeoto, patrizio napoletano, ottenne rinvesti- tura dal Re Federico del castello di Serpico, che dal detto Francesco era stato assegnato alla sua flgliuola Ippolita in dote^ in occasione del matrimonio con esso Luigi. (Quintemione 15, fol. 109 a 115). Dalle pruove testimoniali, citate in una consulta de' 51 agosto 1508 della R. Camera, presentata al Viceré don Giovanni d' Aragona per la conferma di detta Investitura, rilevasi che il detto Francesco Galeoto fu sepolto in Sorl>o, casale di Serpico (Voi. I, delle Consulte della R. Camera della Sommaria, dal 1501 al 1507^ fot. 106). Cfr. Nobiltà delle due Sicilie del cav. Erasmo Ricca, t IV, pag. 457. Il Napoli-Signorelli nel voi IV. pag. 585 delle t Vicende della Cul- tura nelle due Sicilie » (Napoli, Flauto, 1785; dice di aver veduto nella Bibl. de' PP. Teatini de' SS. Apostoli un Codice membranaceo di di- verse poesie e canzoni di e un nostro Poeta del secolo XV. Francesco Galeota, nel quale si trova una Frottola a lo illustrissimo signor don Fé- à?rico in gliomaro, che nulla ha di drammatico » Re Ferdinando, nel mese di maggio dell'anno 1487, mandò Fran- cesco Galioto ih Roma, perchè esprimesse il suo affetto al genero. Duca di Ferrara. U istnizione mostra chiaramente la stima verso il Poeta non solo del Re; ma di tutta la Corte aragonese. Cfr. Regis Ferdinandi I, Instructionum liber. Napoli, Androsio, £864, pag. 227.
  2. Si noti la bellezza e Tefllcacia di questi duo versi: Ogni cosa mortale, che l'anima, uscirà fuort