SCENA IV.
Camera in casa di Anselmo.
Anselmo solo
Ah! che mi veggo disperato! Povera figlia mia. Chi ce l'avesse detto! in quell'età perdere la lingua. La lingua poi, la lingua che è il mobile più necessario di una donna.. Ma io non ho più che farci, non sò più quali rimedj apprestarle… Ah, ah, io dubito che il dispiacere di averle negato il signor Leandro per isposo le abbia prodotta questa infermità… Ma io l'ho fatto per suo vantaggio, l'ho fatto per darle il signor Ottavio, il quale sebbene un poco avanzato in età, poteva mantenerla in uno stato da non farle desiderare la casa di suo padre.
SCENA V.
Valerio, Luca e detto.
Val. Allegramente signor padrone.
Luc. Abbiamo trovato alla fine chi guarirà vostra figlia.
Ans Chi è questi?
Val. Un medico eccellentissimo, e siamo sicuri che le restituirà la favella.
Ans Lo volesse il Cielo. Ma dov’è?
Luc E nella sala. Volete che lo faccio entrare?
Ans. Sì, subito.
Luc. Vado a servirvi… Ma… Oh, eccolo appunto
SCENA VI
Pulcinella da medico e detti.
Pul Alla paterna paternale paternità del patrio padre s’inchina i! dottor medico, maniscalco e spaccalegna.
Ans. Come, medico e spaccalegna?
Pul. (Te cancaro! aggio pigliato sto primmo zarro!) Sissignore: così si chiama Aristotile, nelle sue pustole, e maniscalco si chiamano tutt’i cavalli della cavalleria.
Ans. Signor medico, parlate più chiaro, perchè non vi capisco.
Pul. (Fusse mbiso, si saccio chello che ne votto).
Luc. Signor Padrone, questo medico è molto faceto, e sarà molto giovevole all’infermità di vostra figlia.
Val. Narrategli intanto il male della ragazza.