Paggena:Pulcinella medico a forza di bastonate (1905).djvu/12

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Pul. Mi maraviglio.Aus. La supplico.

Pul. Per ubbidirvi. Vado dallo Speziale per ordinare io stesso un migliaretto di pinole, i quali se non la guariscono, la faranno crepare. A rivederci uomo nzerzato e nnoglia. (Mo traso dint’a na taverna, e mme mangio la primma viseta) via.

Ans. Ah, ah.. Che dite Luca del pano e del vino ordinatole?

Luc. Io dico che non poteva regolarsi meglio. L’esperienza che abbiamo de’ pappagalli e un forte motivo per convincervi.

Ans. Con questa nuova scoperta è sicuro che non vi saranno più muti nel mondo.

Luc Bisogna sollecitare, e non perder tempo.

Ans Corri Luca nella dispensa, prendi del pane e quattro bottiglie de’ vini più famosi... Ah se vedo questo prodigio, voglio innalzare una statua a questo medico portentoso(via).

Luc Ma io se avessi moglie, mi raccomanderei al medico per farla tacere, e non già por farla parlare (entra).

Val Anch’io penso così, perchè la lingua delle donne taglia, e trincia senza misericordia.(via)

SCENA VIII.

Strada

Leandro, poi Pulcinella.


Lea. Ho preinteso che il signor Anselmo ha chiamato un medico per guarire la finta infermità di sua figlia. Potesse riuscire di parlare con lui concertare il mezzo onde giungere al mio intento, e deludere la vigilanza del padre. Ma se non erro, costui che ne viene dalla casa del signor Anselmo, dovrà essere il medico.

Pul. (parlando di dentro) Ho intero, ho inteso. Tiene dolore mpietto, mietteto lo vissicante ncopp’a la ponta de lo naso.. Bene mio; non pozzo dà no passo, che tutte vonn’essere sanato da me, e non sanno ca si troppo dura sta facenna, io arricette mieze genere umano.

Lea. Ah signore sono nelle vostre mani, vi domando soccorso

Pul. Acqua zorfegna, acqua zorfegna, ca se vede a la faccia che nn’aje abbesuogno.

Lea. Signore io sto benissimo di salute.

Pul. E puozz’essere acciso, perchè vaje trovanno lo miedeco?