Vicenzino — (K che brutto gusto infame che ha tenuto sta sora mia!) (passeggia e si accende un sigaro poi dice f Timoteo). JE. così, ditemi francamente, sta bene quello che avete fatto?
Timoteo — Interdetto) —Che aggio fatto?
Vicenzino — Che avite fatto che avite fatto! e me die? pure che avite fatto! Ah ca... (per prender il revolver). Non lo tengo, non lo tengo. Due anni senza che... basta va bene.
Timoteo — (Chisto che bo! ) Il signore chi è?
Ersilia — Chi è? il fratello di vostra moglie!
Timoteo — Gnò! (E da che parte è a-ciuto ito frate d* D.a Angelarosa?).
Vicenzino — Io songo Vicenzino, chillo che è venuto dall'armata, e che ha trovato chisto pasticcio.
Timoteo — Quà pasticcio?
Vicenzino — Qua pasticcio! e me dice pure quà pasticcio! Ah! sanghe. (per prendere ilrevolver). Non lo tengo... non te mettere paura che non lo tengo.
Timoteo — (È chisto è no povero disgraziato!)
Vicenzino — Intanto datemi parola, che subito subito vi sposerete mia sorella.
Timoteo — (E quanta vote me l’aggio da spusà). Ma essa è mia moglie.
Vicenzino — Io so tutto, l’avete sposata alla chiesa, ma al Municipio no.
Timoteo — Nonsignore..
Vicenzino — (Con forza).— Basta! E sappiate che se io vi perdono pecchè avite mise ncoppa a lo munno quell’anima innocente.
Timoteo — Quà anima innocente.
Vicenzino — Avete data la luce a quella povera creatura,
Timoteo — Ah! diceva buono io che ccà era no sbaglio; niente, se so fatte cose de truono, ma è stato impossibile.
Vicenzino — Quà la mano ed abbracciate vostra moglie
Timoteo — Mamma mia, addò sta? (impaurito).
Vicenzino — E non la vedite che v*aspettai co li braccia aperte (indicando Concetta).
Timoteo — La modista.
Ersilia — (Zitto accunsentite a tutto si no site acciso).
Timoteo — (Oh!).
Vicenzino — Abbracciatela.
Timoteo — (Abbracciando Concetta) —Mogiiera mia cara cara.