ATTO SECONDO
Camera nobile in casa di d.a Angelarosa, 4 porte laterali. Infondo a sinistra finestra che sporge in giardino. Ih fondo a dritta porta di entrata. In mezzo alle due porte di fondo una grande specchiera dove si vede la persona intiera, mobilia dorata. Uno scrittoio con tiretto a chiave, occorrente da scrivere e libro delle poesiz di Parzanese — mazza di scena — alla 1a porta a dritta scrocco con chiave; la porta apre dalla parte degli attori.
SCENA I.
All' alzarsi della tela si sente suonare un campanello dalla 1a porta a sinistra. FEDERICO seduto allo scrittoio e Mariella dal fondo.
Mariella — {uscendo). Dalle dà, vi comme è seccante.
Federico — È D.a Angelarosa che chiama.
Mariella — Lo ssaccio. Vuie vedite, vò sapè da me pecchè lo marito s è ritirato accossì tarde, e pecchè è passato miezojuorno, e la modista e lo promesso sposo de la figlia non so venute ancora.
Federico — St’attare de lo promesso sposo, me fa commettere qualche imprudenza. (campanello c.s..)
Mariella — Te pozzano ciuncà le mmane, lasseme j a vedè, si no chella, non la fernesce pe mo {via).
Federico — {si alza). Non saccio io stesso che fa, che risolvere. La mala sorta mia me portaie dinta a sta casa pe farme soffri de chesta manera. Maledetta passione! Chi songh’io? No misero commesso de D. Alessio, che appena m* abbusco doje lire a lo juorno; pozzo sperà de pretennere la mano de Giuseppina? è impossibile.