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Pie, D. fobia, st mje avite da cHofla asdaje, io «li* abbioala casa,~ea|>itfe? ala italico...
Fab. ( a Fui. ) Perdonate un momento? *
FtU» Servitevi/- • ’ ’*• *
Fab. (guardando per la strada } lit-lempo giungono Carlo e ftfiffaele.
Carl. (vompartsce} Avetrosa a comanda rei? Fa* Questo mio amico $1 è condotto in» Napoli per
- me esigente di riguardo, e di fatti eome caservate ( additando r involto ) ha seco una
" ■’ vistosa &o«Hnaj per col* trattandosi di restar poco tempo in queetaeittà dovendo a sei ore ’ KBétlersTln vettore’, aosì potete furia adagiare nétta seoonda stanza ove trovasr tutto i’ occorente. ’. ■
Carl. ( piano a Raffaele) ( Amioo è giuntar il tèa* -, po proplBiò per noi. ) Favorii^
Dà teìne Utenza. ( via con Raffaele e Carlo ) ’Faà. -Eccomi a vor; il vostro nome se è lecito? Fui. Fulvi©; figliò del fa eapitano Franco; mio i patire mi rimase orfano deir e»à di a«ui 14 § i ‘ per cwhnrt vidi ài possesso di tutV i beni r€
. da quell’epoca ho sempre viaggiato. Due mesi fa fui-in Bisce gli a presso Un mio stretto amico, ed ebbi K iinfortunio di perderlo per
• ’* improvviso eotpo* ecco perchè Paegrazio, cameriere’del defunto, in unione di Dorotea fantesca, si sono condotti meco in Napoli, ed’a momenti saranno Visibili.
. Fab. In t>ochi delti mi avete onorato della vostra biografleita. flou avete donque altri parenti? Fui. Credo di no. - - * - • /.
Fab. Panni però dabbia la vostra risposta.
Fui. Per necessità, giacché nel tempo de! mio alunnato ebbi sentore della nascita d* una mia sorella chiamata Carolina, m&reè lettera