d’’e diece pezze \ (ripigliandosi) del (urto fatto a Monsignore. Lo sapete?
Beatrice No! non lo so.
SCENA III.
Giulia e detti,
Giulia (da dentro) — Che d’ è stu furto?
Carlo — Prima d’ogni altro, tanti augurii per la vostra nascita, e per il vostro trentacinquesimo compleanno.
Giulia — i burlati vanno pure in paradiso 1
Carlo — Vuie accussi m’avete detto, ripeto le vostre parole.
Aurelio — Accogliete anche i miei augurii più sinceri signora baronessa.
Giulia — Grazie I grazie! Dunque quale è il furto che avete dotto!
Carlo — Un furto che hanno fatto nella sagrestia della chiesa di Monsignore... si hanno rubato un cassettino con 500 ducati dentro. Aiere fuie chiammete e presse e presse e dovetti accorrere per assistere l’ispettore di Pulizia.
Giulia — M’immagino Monsignore comme starni!
Aurelio Anzi sta allegro, pazzariello 1 Dice che i ladri debbono andare da lui. perchè isso tene ’a chiave d’’o casciettino, si no nun ponno apri.
Giulia — Davvero, arriva a questo?
Carlo - E chesto che d’ è? niente! Chillo è rubato da tutte quante, si mette a firmà carte senza avvisarmi prima. Fa un sacco de guaio isso sule,
Giulia — E voi, come suo avvocato, non gli avvisate niente!
Carlo — Nce ’o dico, ma nun se ne incarica. Si crede un uomo dotto, superiore a tutti e che non ha bisogno di consigli.
Giulia — Se stasera viene gli voglio parla io di questo. D. Aurè sapete se viene.
Aurelio —E chi lo sa? Fa cento pensate al minuto. Però à molta puura dei crepuscoli.
Carlo tridendo) — Se capisce! ChiUe avette na scurriatate ncoppa ’a inano, che so l’arricorda ancora. Me dicette Giacumino, che pe nun ’o fa asci a sera l’aveva cumbinato chisto servizio.
Giulia — Perciò disse che i crepuscoli erano seganti.
Carlo — E ’«> scurriate l’avetto segù tutte ’e dete.
Beatrice — Vedite che ciuccio.
Aurelio — E che ne sapete, bisognerebbe leggere un poco l’epistolario di Monsignore.
Carlo — Perchè, fra le altre cose, è grafomane.
Giulia — Insomma è un vero capo d’opera.
Carlo — E voi altre signore ve uce spassate 1
Giulia — So a da passa ’o tieiupo io un modo.
Beatrice — Ma comme l’hanno fatto vescovo.