Paggena:Miseria e nobiltà.djvu/20

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eduardo scarpetta

Luig. (Già, che fà? Se non tengo denari, tengo credito per tutte lo trattorie... Mò faccio venire il pranzo per quattro persone... maccheroni, carne, polli, pesce, tutto! Quella ragazza non deve star digiuna!) Giac. (Bravo! questo significa aver cuore!) Entra Concetta. Pup. (vedendo la madre). (Ah! mammà, site venuta?)
Conc. (con l'involto del peyno). (Eh! so’ benuta... Aggio trovata l’agenzia chiusa, chella chiude a li quatte).
Pup. (E cornine facimmo?.. Basta, stateve zitta, ccà ncè sta chillu giovinetto che me vo’ spusà.)
Luig. Signora rispettabile... bellezza mia!
Giac. (E che!... poteva mancà!)
Luig. Se mi trovate qui in casa vostra, è stato perche amo immensamente vostra figlia, ed essendomi assicurato che lei pure mi ama, io senza perdere tempo, vi dico che la voglio sposare.
Conc. Signore, questa vostra sollecitazione nel parlare, mi gonfia di gioia e di condoglianza. Io come madre non potrebbo dare una decisione concisa! All'infuori di me c’è puranche il padre, che sarebbe il suo genitore, sono certa però che anch’egli quando sentirà questa cosa ne avrà molta giubilazione. La ragazza avesse molta roba da portarle in dote, ma per le troppe disgrazie capitanate al padre, non tiene neanche il corriere. Come la vedete...., la scrivete. Nella nostra casa non trovate altro che buone viscere e dissonore!
Luig. (D. Giacchi, vuie avite ntiso?)
Giac. (Ha fatta na bella parlata!)
Luig. (Me ne so’ accorto!) Signora, io non voglio niente, voglio solamente la ragazza.