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Paggena:Flik e Flok - Luigi Campesi.djvu/27

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morte. A voi: si avanzi il carnefice, e tosto gli si spicchi il capo dal busto, (esce il carnefice )

Nic. Signori miei, pe l’ammore de lo cielo non pigliammo equivoci. (tremante)

Un Gn. Qui non vi sono equivoci; pena di morie per chi guarda la regina con occhio appetitoso.

Nic. Gnernò, io l’ho guardata con lo stomaco appetitoso.

Gno. Ma l’hai abbracciata però, quindi a morte.

Ciac (Te l’aggio avvisato, niente tuosto.)

Nic. Signori miei, voi avete tanti belli usi che non abbiamo noi, e come la pena de morte non Favi te ancora abolita?

Re E un decennio quasi, che di essa nel mio regno si discute, chi la dice immorale, chi de; gna di tempi barbari, chi la trova necessaria, chi utile, ma nessuna determinazione si è presa ancora sul proposito, la legge non è ancora votata.

Gno. Quindi a mortele senza tante ciarle. (Due

Minatori lo afferrano, egli piange y si rivolge alla Regina, la quale è commossa. Abbraccia e bacia Giacomo, che anche piange, arrivati alla prima quinta a destra, mentre il Carnefice è per abbassare la scure, si presenta il Destino.)

Scena X.

Destino e detti.

Dest. (Con sguardo di fuoco ai Minatori ed al Carnefice, avendo in mano un mezzo bracciale d’oro con pezzetto di catena Gessale d’inveir sull’innocente,

E libero, ed in vita or lo lasciate.

E tu prendi mortale avventurato