Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/84

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NAPOLETANO

Cangiare. per cambiare. In Bacciarone di Messer Bacone da Pisa.

Cangio. presso lo: stesso. Lo cangio d’essa.

Canoscenza. in Messer Caccia da Castello nel Cod. Vatic: 3214. Cart. 209. Che da di virtù somma canoscenza.

Cià. Gli antichi accorgendosi, che la voce Italiana quà, promunciavasi con una certa forza maggiore, ne mutarono l’ortografia ed alcuni (come Fra Guittone) scrissero Cià, altri scrissero . I moderni Napoletani scrivono ccà. Ma la pronunzia si vede esser stata simile.

Chiano. per piano. in Tommaso de Saxo da Messina.

Chiù. Ciulo da Camo Rim. Antic. c. 411.

Chiù bella donna di me troverai.

Como. per come. in Guido Giudice. Rime. antiche, e in Ciulo da Camo c. 409. Como ti seppe bona la venuta.

Creo. per credo. Pietro delle Vigne cod. Vatic. 3213. E quando io creo posare.

Disciprina. in Fra Guittone.

Ensemora. per. insieme. Fra Jacopone da Todi Rime 33.

Chi ensemora fallisce
Nsemora he da penare.

Faje. per fai. in F. Guittone.

Faite. per fate, che i Napoletani dicono facite, colle stesse lettere de Latini, ma con diversa prosodia, nello stesso Fra. Guittone.

Faglia. in Ciulo da Camo c. 415. Sanza Faglia. Dal Francese Sanz Faulte, che oggi i Toscani dicono senza fallo.

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