Paggena:Del dialetto napoletano - Ferdinando Galliani (1789).djvu/60

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NAPOLETANO


certe occasioni, si consumava dalla gente culta molto tempo sotto la cura di celebri grammatici, che l’insegnavano. Ma intanto non solo nelle lontane, e di fresco soggiogate provincie, ma nell’Italia stessa era in parte diverso il linguaggio naturale de’ popoli succhiato col latte. Le regioni, che ora formano il Regno di Puglia, malamente detto di Napoli, erano state abitate da popoli Aborigeni, quali furono i Lestrigoni, i Lucani, ed i Sabini. Qual linguaggio avessero essi, è ignoto; ma verisimilmente come erano popoli venuti per le vie dal Settentrione, e sempre per terra senza traversar mare, a popolar l’Italia, traevano il lor linguaggio da quelle regioni. Occuparon i Sabini gli Abbruzzi, e il Principato Ultra fino a Venosa, mentre i Lucani occuparono il Principato Ultra, e la Basilicata, e qualche parte della Calabria Citeriore, e i Lestrigoni la terra di Lavoro. Sopravvennero per mare dall’Oriente gli Etrusci, che occupato il mezzo dell’Italia s’andarono poi distendendo, e dilatando fino alla Campania, ed in qualche altra nostra regione. Ma grande, e distesa più di tutti fu la dominazion de’ Greci tra noi, giacché non solo tutte le due Puglie, e piana, e petrosa, il Principato d’Otranto, e le Calabrie, ma le marine intere della Lucania, e della Campania furono ingombrate da celebri, e potentissime colonie loro. Che il linguaggio degli Etrusci contenesse molto di Samaritano, o sia Tirio, sembra cosa ormai messa in chiaro. Il Greco poi, che tra noi parlossi, ci è noto e dalle ifcrizioni, e dalle medaglie, e in fine dagli autori di vene-

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